“Sono contento di lasciare Facebook e perdere 10 milioni di sterline”: è questo il titolo di un articolo di The Guardian che racconta la decisione di Lush di chiudere i propri account di TikTok, Snapchat, Facebook e Instagram.
continua a leggere »Social media trends 2021: 9 + 1 previsioni sui social per il nuovo anno
Nel 2020 abbiamo dovuto cambiare la maggior parte delle nostre abitudini; per far fronte alla necessità di comunicare e restare connessi a distanza (non solo sul lavoro dove già magari accadeva ma anche in ambito familiare e personale) abbiamo fatto sempre più affidamento su sistemi di messaggistica (come ad esempio WhatsApp), videoconferenza (come Zoom e Google Meet) e social network.
A marzo, ovvero quando la pandemia è scoppiata in modo significativo in Europa e in altre parti del mondo, Statista ha rilevato un incremento del 21% nell’uso mensile dei social network.
Su queste piattaforme nel 2020 abbiamo visto l’evoluzione delle necessità degli utenti: il bisogno sempre maggiore di comprare online, il desiderio di una narrazione più autentica, la necessità di percepire il lato umano dei brand, e tanto altro.continua a leggere »
Cos’è l’employee advocacy nel 2019? Quando il brand si racconta attraverso i social dei dipendenti
[Immagine in evidenza: Apple al Gay Pride 2017; fonte immagine: https://www.iphoneitalia.com/641554/gay-pride-2017-apple]
Il concetto di employee advocacy negli ultimi anni è diventato estremamente popolare: sebbene la sua fama sia cresciuta esponenzialmente solo in tempi piuttosto recenti, la realtà è che da sempre i brand hanno puntato sulla reputazione e sulla visibilità dei propri dipendenti per potersi promuovere.
Pensiamo a chi viene assunto da un’azienda e, durante il suo primo giorno di lavoro, riceve in regalo dalla compagnia una serie di oggetti brandizzati: tazza, maglietta, penna, USB, tutto con il logo dell’azienda.
Questo gesto ha come obiettivo dare il benvenuto al nuovo arrivato? In parte sicuramente sì, ma dando modo ai lavoratori di utilizzare (in azienda e soprattutto fuori) tutta una serie di oggetti con il nostro logo facciamo in modo che chi lavora per noi diventi anche un nostro sponsor.
Ora come ora però sono tanti i modi in cui i nostri dipendenti possono diventare “portavoce” dell’azienda: scopriamo come andando a parlare della employee advocacy (nel 2019).continua a leggere »
Paura dei social media fail in azienda? Calma, sangue freddo e… Social Media Policy!
Cosa fanno gli italiani per circa 5 ore al giorno (4,7 per l’esattezza)? Stanno fermi in coda? Dormono? Stanno sotto la doccia cercando il significato della vita? Probabilmente sì, ma non ci riferiamo a nessuna di queste cose: 4,7 sono le ore che mediamente i nostri connazionali passano navigando su internet, stando ad un report del 2014 di We Are Social (che si riferisce però a dati del 2013).
Del totale delle ore giornaliere passate online, poi, due (quasi il 50%) le dedichiamo all’uso dei social media: è una bella percentuale! Ma si fa in fretta ad arrivarci: ci colleghiamo mentre siamo sui mezzi per andare al lavoro (o in macchina, se siete tra quelli di cui abbiamo parlato prima che passano una vita in coda), la sera mentre siamo sul divano e in TV non fanno niente di bello e, magari, anche dall’ufficio.
Perché diciamo magari? Se state leggendo questo articolo perché vi interessate di social media (e ve ne interessate davvero, al di là di saper andare su Instagram per pubblicare la #picoftheday) probabilmente – per non dire sicuramente – siete abituati a lavorare mentre avete sotto gli occhi i vostri profili di Facebook, Twitter, Google + e LinkedIn mentre con lo smartphone gestite gli account aziendali (o viceversa).continua a leggere »