La pagina iniziale di un sito web è la prima cosa che le persone vedono del nostro sito: quante volte avete sentito o letto questa affermazione?
In realtà non sempre è così: pensiamo ad un sito molto ben indicizzato sui motori di ricerca con una sua pagina interna in corrispondenza di una ricerca popolare. Quella pagina sarà il primo punto di contatto con quel sito per chiunque effettuerà quella ricerca e molte di quelle persone probabilmente non visiteranno mai l’home page.
Sfatato questo mito, si può dire che la pagina iniziale è sicuramente uno dei punti di contatto più importanti di un sito web, sia perché è la prima che viene vista quando si digita l’indirizzo (magari copiandolo da un bigliettino da visita o dopo averlo visto su di una pubblicità), sia perché è una pratica diffusa (e corretta) ricollegare il logo dell’azienda (presente nella maggior parte delle pagine di un sito aziendale) proprio all’home page, aumentando le chance che il visitatore ci arrivi.
Queste riflessioni sono importanti perché nello sviluppo di un sito web capita spesso che il bilanciamento delle attenzioni dedicate alla home page rispetto alle pagine interne non sia sempre del tutto equilibrato: soprattutto da parte dei clienti viene investita, anche emotivamente, molta attenzione su questa pagina, a volte a discapito delle altre, altrettanto importanti.
Il problema non si pone quando il sito in questione è in realtà composto da una sola pagina, un’abitudine sempre più diffusa soprattutto per landing page e siti più semplici: le voci di un eventuale menu, se presente, semplicemente rimandano a punti specifici della medesima pagina.
Un esempio è il nostro minisito dedicato alle video infografiche: cliccando sulle voci del menu in alto si viene rimandati a diversi punti della stessa pagina (per provare basta cliccare sull’immagine qui sotto 😉)
Se invece il sito è composto da più pagine, la pagina iniziale condivide con le altre degli elementi e aspetti molto importanti.
Ne elenchiamo alcuni!
Velocità di caricamento
L’attenzione alla velocità di caricamento è sempre più alta, al punto che sia Google che Facebook hanno sviluppato tecnologie specifiche per superare i limiti di quanto oggi disponibile con le tecnologie tradizionali: si tratta di Accelerated Mobile Pages da una parte e Instant Articles dall’altra.
Viene data sempre più importanza anche alla velocità percepita: in una pagina con molti elementi, si distingue tra una parte immediatamente visibile quando la si apre, chiamata “above the fold” (letteralmente “sopra la piega”) e tutto quello che viene dopo (“below the fold”).
Google riesce a riconoscere la velocità con cui la parte “above the fold” diventa visibile correttamente, senza ridimensionamenti, elementi mancanti o altre incertezze e tiene conto di questa informazione nel valutare l’esperienza offerta dalla pagina a chi la visita.
Adattabilità a più schermi (responsive)
Sempre di più l’accesso a internet avviene tramite smartphone e tablet e motori di ricerca come Google ne hanno tenuto conto, fino ad arrivare a ricostruire il proprio indice in ottica “mobile-first”: ciascuna pagina di un sito web deve essere correttamente fruibile sugli schermi più piccoli, per poi possibilmente sfruttare il maggior spazio a disposizione su schermi più grandi.
Per raggiungere questo scopo, la tecnica di web design che ha preso il sopravvento sulle altre è quella del “responsive design”, suggerita anche da Google stessa nelle sue linee guida.
I contenuti propositi è bene che restino i medesimi, ma nella progettazione dell’architettura dei contenuti e della loro presentazione in pagina si possono introdurre delle varianti che tengano conto delle peculiarità di ciascun dispositivo.
Prendiamo per esempio il sito che abbiamo realizzato per EMBA Ticinensis: se visitiamo la home page da desktop, dopo il titolo “Disrupt or be disrupted: la sfida delle tecnologie esponenziali” vediamo un breve paragrafo e – ancora più sotto – una domanda:
Se ridimensionassimo la finestra di navigazione e andassimo a stringerla il paragrafo subito sotto il titolo scomprarirebbe e resterebbe solo la domanda; questo non altera l’obiettivo della comunicazione (né la sua efficacia):
Predisposizione alla condivisione
Un aspetto a cui non sempre si dedica la giusta attenzione riguarda quello che succede quando una pagina di un sito web viene condivisa, ad esempio su di un social network (come Facebook o LinkedIn): apparirà un’immagine? Se sì, quale? Sarà delle giuste proporzioni o verrà tagliata? La scritta che l’accompagna sarà ottimizzata per attirare l’attenzione?
Prestare attenzione a queste domande e prevedere che gli elementi per la condivisione siano realizzati nel miglior modo possibile dà valore alla condivisione, incentivandola e migliorando le chance che il contenuto condiviso venga fruito e magari ricondiviso nuovamente.
Intestazione
Tipicamente, nell’intestazione (header in inglese) di un sito aziendale, troviamo in ogni pagina il logo, il menu di navigazione, l’elemento per l’accesso ad un’eventuale area riservata, l’elemento per la ricerca e quello per cambiare la lingua del sito (se sono disponibili più lingue) e poco altro (spesso il rimando ai social dell’azienda, ma riteniamo sia più corretto posizionarlo in fondo alla pagina, evitando di invitare il visitatore ad uscire verso risorse esterne già a partire dall’intestazione).
Si aggiunge in qualche caso uno spazio riservato a delle comunicazioni importanti (ad esempio un’apertura o una chiusura straordinaria) e l’elemento con cui si forniscono gli avvisi di legge sull’impiego dei cookie (che a volte si trova nel piede di pagina e raramente è un elemento che si sovrappone a tutto il sito).
Piede di pagina
Anche il piede di pagina (footer in inglese) resta sempre di più un elemento comune ad ogni pagina: contiene i dati obbligatori per legge, tipicamente il rimando all’agenzia o il professionista che ha realizzato il sito web ed altri elementi, come ad esempio il richiamo ai social, l’iscrizione ad un’eventuale newsletter, una mappa, etc.
L’elenco delle caratteristiche in comune con le altre pagine potrebbe continuare e prepareremo presto un articolo dedicato; in questo approfondimento continuiamo invece a concentrarci sugli elementi tipici dell’home page di un sito web aziendale.
Spazio principale
Facciamoci caso: la maggior parte delle pagine iniziali dei siti web aziendali inizia con uno spazio molto importante (rispetto a quello disponibile nello schermo, anche se a volte questo elemento occupa tutto lo spazio “above the fold”) occupato da un’immagine, un video o un elemento a rotazione che può contenere sia immagini che video (convenzionalmente denominato “slider”).
Questo elemento è tipicamente il primo su cui si concentra l’attenzione del visitatore ed è quindi molto importante porvi la giusta attenzione: il visitatore cerca infatti di trovare il più in fretta possibile le informazioni che gli consentono di inquadrarci, di capire chi siamo, cosa facciamo e/o cosa proponiamo.
Slider: un’abitudine a cui rinunciare?
Una tendenza diffusa nello sviluppo di siti web è l’impiego di elementi contenitore, in cui si possono mettere immagini, video e testi che l’utente può far scorrere con delle frecce e/o possono scorrere in automatico.
Il vantaggio di questa risorsa è chiaro: ci permette di mostrare al visitatore più elementi occupando uno spazio su schermo limitato.
Diversi anni fa, quando molti clienti chiedevano che la pagina iniziale fosse immediatamente visibile nella sua interezza e molte agenzie hanno assecondato questa richiesta, elementi come gli slider erano dei veri e propri salvavita.
Negli anni poi gli slider sono rimasti in uso, richiesti dai clienti ma anche proposti da molte agenzie: peccato che nel frattempo sia cambiata l’abitudine dei visitatori, sempre più propensi a “scrollare” la pagina, facendo sì che i contenuti presenti nella seconda o terza “slide” vengano visti da un numero limitato di persone rispetto a quelle che visitano la pagina, figuriamoci quelle delle slide successive.
Spesso nelle grandi aziende gli slider servono a soddisfare le svariate richieste di “essere presenti in home page” provenienti da questa o quella divisione, senza tenere conto dell’effettiva utilità dell’essere magari la nona slide di dieci: quanto è utile per quella divisione e quanto è utile questo elemento per il visitatore, che si trova a caricare una pagina più pesante per degli elementi che molto probabilmente non visualizzerà?
Gli esperti sono concordi: gli slider non sono una buona pratica e si dovrebbe cercare di evitarne l’utilizzo (se non per le gallerie fotografiche), a vantaggio dell’esperienza utente di chi naviga sul sito.
Alternative agli slider: immagini e frasi
Se scegliamo di non utilizzare uno slider, che cosa potremmo proporre al nostro visitatore?
Il consiglio è di partire dal Brand Positioning Statement per individuare la nostra proposta chiave al mercato e proporla in una modalità creativa.
Nel nostro sito aziendale, ad esempio, abbiamo scelto di dialogare con il visitatore, facendogli capire che siamo “quelli che ti aiutano a cogliere le opportunità di internet”, accompagnando il messaggio proposto con un’immagine.
Lo sviluppo della nostra offerta avviene più avanti nella pagina, ma il primo impatto resta con questo messaggio, che – potenzialmente – accompagna il visitatore in tutto il suo percorso.
Una rapida nota: al posto dell’immagine che abbiamo utilizzato ci sarebbe potuto essere anche un video inteso in questo caso come un elemento non destinato a catalizzare il 100% dell’attenzione ma a creare una certa percezione del brand.
Se vogliamo fare un paragone, un video di questo tipo è come la musica di sottofondo negli ascensori: non è destinata ad essere ascoltata veramente, ma è presente e serve a incentivare uno “stato d’animo”.
Video di presentazione
Alcune aziende scelgono di mettere in prima pagina un video di presentazione: girato, animato o entrambe le cose, questo elemento chiede al visitatore di dedicare tutta la sua attenzione, in cambio di una spiegazione si spera il più possibile chiara di chi è e cosa fa l’azienda.
Scegliere questa strada è una scommessa importante: ci sono dei casi in cui un video di presentazione ha determinato il successo di un’azienda ma anche tanti altri dove la qualità del video, magari non eccelsa, è stata associata dal visitatore alla qualità dell’offerta al mercato dell’azienda, allontanandolo dalla scelta.
Altri elementi
Che sia occupato da uno slider (anche se si spera di no), da un’immagine (o un video) accompagnato da un testo o da un video di presentazione, lo spazio principale, la prima cosa che il visitatore nota, è solitamente accompagnato da altri elementi, a cui l’utente può accedere semplicemente “scrollando”, un gesto ormai entrato nelle abitudini della maggior parte degli utenti.
Se nei siti “one page” questi elementi sono autoconclusivi, nei siti composti da più pagine questi elementi sono dei rimandi, più o meno elaborati ad altre pagine.
Prodotti e/o Servizi
L’elemento principale è tipicamente il rimando ai prodotti e/o servizi offerti dall’azienda: nel caso di un’azienda che ha un catalogo composto da più categorie di prodotti, è abitudine inserire il rimando alle singole categorie.
Insieme al rimando alle categorie, si possono prevedere spazi per novità o situazioni che meritano particolare visibilità.
Clienti e Testimonianze
Continuando il nostro excursus un elemento che può essere utile presentare sin da subito a chi scorre la nostra home page è l’incipit dell’elenco dei nostri clienti, accompagnandolo con delle testimonianze significative di clienti e partner.
Notizie
Un altro elemento che è consigliabile prevedere in home page è il richiamo alle notizie aziendali o al blog aziendale, aree che si consiglia di predisporre e tenere aggiornate.
La prima pagina di un sito equivale per certi versi alla prima pagina di un giornale e se ci sono delle novità da raccontare è bene farle emergere.
La posizione delle notizie nella gerarchia degli elementi presenti in home page è spesso dibattuta: vanno messe in alto, oppure in fondo, dopo altri elementi?
La scelta va valutata caso per caso, tenendo conto anche della relazione con l’elemento proposto “above the fold”: a volte infatti i contenuti proposti in quest’ultimo tendono a sovrapporsi (spesso impropriamente con le notizie) e se i due elementi sono vicini, l’esperienza d’insieme per il visitatore rischia di essere confusionaria.
Presentazione dell’azienda
Tipicamente all’azienda viene dedicata un’intera sezione, il classico “chi siamo”, un’area di un sito web aziendale di cui abbiamo già scritto nel nostro blog.
In home page è possibile inserire un rimando a quest’area in diversi modi: si può usare un semplice testo introduttivo, oppure integrarlo con dei dati, aggiungere un’infografica.
Il peso di questo elemento può variare a seconda dell’importanza che nutre per il visitatore sapere chi c’è dietro al prodotto o servizio che sta valutando.
Scheda contatti
Spesso nei siti web aziendali la scheda contatti è disponibile in una pagina dedicata: ne abbiamo già scritto in un post dedicato nel nostro blog aziendale.
Nei siti composti da una sola pagina la scheda contatti è tipicamente tra gli ultimi elementi presentati ed in alcuni casi questo elemento è presente in tutte le pagine, inclusa l’home page.
Altro
A seconda della specificità del sito possono essere previsti altri elementi, sempre pensando alla loro utilità per il dialogo che si desidera stabilire con il visitatore.
Ad esempio, se la nostra azienda ha molte certificazioni, oltre a mostrarne alcune nel piede di pagina, potremmo dedicare un’area in home page alla spiegazione dell’importanza di quelle certificazioni per rimandare poi il visitatore ad un approfondimento in un’apposita sezione sul sito.
Per alcune aziende potrebbe essere interessante offrire in home page un richiamo alla sezione domande e risposte, facendone visualizzare casualmente una o più.
Ancora, se abbiamo preparato uno strumento interattivo per far entrare i visitatori in un’esperienza di scoperta a riguardo dei costi di un determinato servizio, creare un punto di ingresso già in home page può essere utile.
In conclusione
Come abbiamo visto, l’home page di un sito, racchiusa tra l’intestazione ed il piede di pagina, è costituita da una serie di elementi che, soprattutto in ambito mobile, si susseguono l’un l’altro: si ragiona per strisce e questo tipo di ragionamento permette di offrire al visitatore una serie di stimoli che lo portano poi a voler approfondire l’aspetto che più di tutti in quel momento coglie la sua attenzione.
L’analisi del percorso di navigazione dei visitatori ci aiuta anche a capire se l’ordine che abbiamo stabilito tra gli elementi è adeguato o merita di essere rivalutato: se l’elemento che abbiamo messo in seconda posizione ottiene la metà dei click di quello posizionato in quarta, è probabile che spostandoli consentiremo ai visitatori di accedere all’area che li attira di più con meno fatica.
Riposizionare gli elementi non è obbligatorio: se però per noi è importante che i visitatori vedano un determinato elemento anche se non lo approfondiscono, più lo posizioniamo in alto e più chance ci sono che venga perlomeno scorso.
L’home page di un sito aziendale costituito da più pagine è uno snodo importantissimo per l’esperienza di visita complessiva di moltissimi visitatori (come abbiamo già sottolineato, bisogna ricordarsi che non è detto che il 100% dei visitatori del sito la veda): per molti corrisponde al primo impatto, a quella prima impressione che si forma nella mente delle persone nel giro di pochissimo tempo, addirittura millisecondi, un battito di ciglia, come confermano molte ricerche tra cui quelle di Google.
Se poi consideriamo che questa prima impressione, quella più viscerale, è quella che ci si porta dietro nel resto della relazione e che sebbene si possa far cambiare è richiesto uno sforzo importante, impostare un impianto adeguato per il sito e per la pagina iniziale, assicurandosi che possa aiutarci nel nostro business invece di ostacolarci, diventa un imperativo ad alta, se non altissima, priorità.