Le persone passano sempre più tempo su internet. Però, oltre a giornali online, forum, e-commerce ed altri siti, sempre di più a monopolizzare il tempo in rete sono i “social network”, di cui Facebook è l’esempio ad oggi più riuscito (italiani iscritti a marzo 2011? Poco meno di 20 milioni!)
I due mondi, in maniera inevitabile, si incontrano (o scontrano, a seconda dei punti di vista), in un intreccio che rende sempre più difficile distinguere il “vecchio web” dal “web 2.0”: mix di dati e servizi, in gergo “mash-up”, stanno letteralmente cambiando il nostro modo di vivere la rete.
Prendiamo Twitter: fondata da Jack Dorsey, la società dell’uccellino blu più famoso del mondo è un vessillo del “nuovo” e anche se in Italia conta meno di un decimo degli utenti di Facebook, non vuole essere la “sorella minore” di nessuno.
Tra i suoi obiettivi aziendali c’è quello di diffondersi sempre più e, per farlo, cerca di integrarsi sempre più facilmente con il web di una volta.
Come? Il primo tentativo rimonta a circa un anno fa, quando lancia Blackbird Pie, uno script che permette di “embeddare” i tweet su qualsiasi sito, con poche righe di codice.
Questo script non riscuote però un grande successo, rimanendo ancorato allo status di “esperimento”: troppo “acerbo” per poter contribuire concretamente alla politica di espansione di Twitter.
Torniamo ai giorni nostri per scoprire da vicino il secondo tentativo di Twitter, che alla fine di marzo 2011 annuncia l’uscita di Web Intents, nuove API che fondano le loro radici nell’esperimento di Blackbird Pie.
Queste API permettono di inserire (con grande facilità) un tweet direttamente all’interno di una pagina web o di un blog: il tweet in questione però non rimane statico, è infatti possibile interagire ed utilizzare i comandi Tweet, Reply, Retweet, Favorite, e Follow da dove ci si trova senza lasciare la pagina per loggarci a Twitter.
Web Intents rileva infatti automaticamente se l’utente è loggato, quindi ne richiede il login solo quando necessario. Se l’utente invece non ha ancora un account Twitter, gli offre la possibilità di crearne uno prima di poter interagire con il tweet.
Grazie alla collaborazione (volontaria e gratuita) di blogger e affini, Twitter cerca di avvicinare a questo strumento di comunicazione rapido e leggero un pubblico più vasto.
Per Twitter quindi, in prospettiva, ci sono sul piatto “più utenti”.
Per gli utenti stessi, c’è un ulteriore strumento a disposizione per “interagire” e “far girare” informazione.
Per chi pubblica i tweet usando Web Intents, ci sono pro e contro:
da una parte, è uno strumento davvero rapido e facile (molto più efficiente e utile che pubblicare uno screenshot). In pochi secondi, si integra un tweet alimentando una conversazione.
Dall’altra, le possibilità di interazione di cui si può godere con i Web Intents possono però rivelarsi “un’arma a doppio taglio”: bisogna mettere in conto un possibile spostamento di traffico dal blog o dalla pagina in cui viene usato verso Twitter.
Vincono i pro o i contro? Al solito, tutto sta a come (e quando) si usano gli strumenti a propria disposizione e anche se i Web Intents sono apparentemente sbilanciati a favore di chi li ha creati possono, se ben sfruttati, addirittura attirare nuovi utenti.
Al di là di questo comunque, abbiamo una certezza: il web a compartimenti stagni, visto come un insieme di “pozzanghere” isolate una dall’altra è, appunto, acqua passata. Il presente è fatto di mash up, interazioni, condivisioni e multicanalità, elementi che saranno i veri protagonisti del “web del futuro” se non già quelli del “web di oggi”.
Coloro che “vivono la rete” devono imparare ad ascoltare e a parlare questi nuovi linguaggi che costituiranno la quotidianità in un futuro che sembra essere già qui.
[blackbirdpie url=”http://twitter.com/#!/teamaxura/status/56356675547967488″]
P.S. L’immagine di cui ci siamo serviti fa parte di una campagna pubblicitaria dal titolo “Everything Changes Fast” ideata da Moma Propaganda, un’agenzia pubblicitaria brasiliana.
P.P.S. Il plugin per WordPress BlackbirdPie è stato aggiornato con il supporto ai Web Intents.
*Lasciamo questo articolo in originale anche se la tecnologia si è evoluta e oggi è molto più facile condividere i propri Tweet e integrarli all’interno di ogni sito o blog (17 luglio 2014)