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Cosa si intende per ottimizzazione degli spazi pubblicitari?

Alberto Giacobone 8 Ottobre 2013

Quando un editore online sceglie di monetizzare i suoi contenuti attraverso della pubblicità contestuale, deve – tra le tante cose – far sì che sia visibile.

E’ un’impresa sempre più difficile, perchè si va sviluppando nell’esperienza di chi fruisce di contenuti online una vera e propria cecità selettiva, secondo il seguente ragionamento: se qualcosa sembra una pubblicità e si trova dove tipicamente si troverebbe una pubblicità, probabilmente è una pubblicità e siccome la maggior parte delle volte mi vengono proposte cose che non mi interessano, educo il mio cervello a “filtrarle” a priori, senza neanche guardarle.

In inglese questo fenomeno è noto come “banner blindness“. Per contrastarlo, molti editori online si sono messi “in conflitto” con gli utenti, piazzandogli davanti agli occhi pubblicità in maniera molto invasiva, dove “non si può non vedere”. Il problema di questo “antagonismo” è che l’esperienza di visita ne risente fortemente e chi ne esce perdente all’inizio è il visitatore, ma nel medio lungo periodo è l’editore che infastidisce ed allontana i visitatori.

L’ottimizzazione degli spazi pubblicitari e della loro resa è la ricerca dell’equilibrio tra buona esperienza di visita e adeguata visibilità del materiale pubblicitario, senza che questo interrompa indebitamente la visita. Il “do ut des” tra chi produce il contenuto e chi ne fruisce può portare a diverse strategia di proposta degli elementi pubblicitari, ma tutte devono tenere in considerazione le peculiarità del visitatore e della sua visita, in quel preciso momento.

Massimizzare la resa, non solo nel breve ma anche nel medio e lungo periodo, è proprio l’obiettivo a cui si tende impostando un lavoro di ottimizzazione degli spazi pubblicitari.

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Autore

+Alberto Giacobone, classe 1975: sono un "quasi" nativo digitale mesmerizzato da internet e le sue possibilità. Tra le altre cose, ho avuto il piacere di raccontare e condividere in aziende come Google o enti come l'Università degli Studi di Pavia l'esperienza maturata nello sviluppo di progetti internet e mi sono ritrovato giurato ad un evento dedicato alle start up in quel di Monza ;)

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Quando si pensa ad una web agency, il primo pensiero è: "sono quelli che ti fanno il sito". In effetti, è quello che molti si limitano a fare, sulla base delle richieste più o meno adeguate di un committente.

Il nostro vero mestiere? Aiutare le imprese a cogliere le opportunità di internet, individuando quelle adeguate per il cliente, aiutandolo a farle proprie. Questo poi si traduce anche nella realizzazione di siti web, applicazioni, concorsi online, videoracconti e molto altro, ma quello che conta è il loro comune denominatore: sono la realizzazione di una precisa strategia digitale, concordata insieme al cliente, che punta a metterlo in grado di competere al meglio attraverso il corretto impiego di tecnologie e strumenti in rapidissima evoluzione, ormai determinanti nel fare impresa.






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Definitioner

Banner blindness
la banner blindness (in italiano "cecità ai banner") è un termine coniato nel 1998 da Benway e Lane: indica il fenomeno che progressivamente porta le persone a "ignorare" selettivamente le informazioni presenti in una pagina web dalla forma e dall'aspetto di banner pubblicitari.
Banner
è uno striscione pubblicitario virtuale che occupa una parte di schermo: tipicamente è posizionato all'interno di una pagina web ed è fruito tramite un browser.