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Che cos’è il Keyword Stuffing?

Stella Fumagalli 14 Aprile 2011

Il concetto di keyword stuffing è strettamente legato a quello di keyword density: la definizione identifica infatti la pratica di “imbottire di parole chiave” una pagina web, spesso attraverso l’utilizzo di stratagemmi come il posizionamento di keyword nascoste nei CSS o immerse nel fondo della pagina.

Inizialmente la tecnica risultava fruttuosa, tanto da venire utilizzata molto spesso dai webmaster allo scopo di migliorare il posizionamento sui motori di ricerca dei propri siti, ma la comparsa ai primi posti delle SERP di siti spesso incomprensibili per gli utenti, che si ritrovavano a visitare pagine straripanti di keyword ma illeggibili dal punto di vista dei contenuti, ha spinto i motori di ricerca a porre un freno alla situazione.

Con l’obiettivo di avvantaggiare i siti di qualità, i motori hanno quindi promosso uno sviluppo dei propri algoritmi mirato a combattere le pagine sospettate di keyword stuffing (indicativamente le pagine che presentano una keyword density superiore al 10%); in questo modo questa procedura è stata, ad oggi, resa quasi completamente ininfluente, se non addirittura penalizzata dai motori, in quanto considerata ai limiti del Black Hat SEO.

 


Cos’è il Delisting?

Stella Fumagalli 14 Aprile 2011

Nel web con il termine delisting si indica la rimozione di un sito internet o di determinate sue pagine dal database di un motore di ricerca.

Le cause che portano a questa (spesso irreversibile) misura possono innanzitutto essere di natura tecnica, se ad esempio il motore considera non affidabile il server che ospita il sito (diventa per questo fondamentale affidare la propria presenza internet a un’azienda che offra solide garanzie anche in questo senso) o se al momento della verifica dello spider la pagina risulta non disponibile.

La causa principale che porta al delisting, e alle spiacevoli conseguenze del caso (avvio di procedure per il relisting, perdità immediata di visibilità, etc.), è tuttavia la possibilità che l’algoritmo del motore di ricerca abbia rilevato tecniche per migliorare il posizionamento considerate contrarie alle sue regole, come eccessive concentrazioni di keyword, testi microscopici o nascosti, collegamento a link farm o altri elementi tipici di chi applica Black Hat SEO.

In questo caso le pagine o il sito vengono rimosse dal database perché considerate a tutti gli effetti come spam, ed è evidente che questa è la situazione a cui risulta più complesso porre rimedio.

Per questo, consci della fondamentale importanza della visibilità sui motori di ricerca, in Axura scegliamo di affidarci esclusivamente a tecniche di ottimizzazione White Hat SEO, approvate dai motori di ricerca, offrendo ai nostri clienti risultati di rilievo stabili nel medio-lungo periodo.

 


Che cos’è il TrustRank®?

Stella Fumagalli 14 Aprile 2011

Con il termine TrustRank® ci si riferisce ad un algoritmo acquistato nel 2005 dal motore di ricerca Google per distinguere le pagine web affidabili dallo spam.

Il TrustRank® è solo uno dei metodi che i motori di ricerca utilizzano per tutelarsi, ed in questo caso l’intervento umano viene in aiuto dell’algoritmo, addestrandolo a riconoscere i siti ottimizzati in maniera non naturale.

Il processo, infatti, inizia con una selezione automatica di un piccolo numero di siti campione non ancora classificati dall’algoritmo. Una volta che gli operatori analizzano questi siti, dividendoli in siti affidabili e siti spam, l’algoritmo viene poi indirizzato a classificare l’intero indice secondo i criteri utilizzati dagli operatori, valorizzando o penalizzando le pagine secondo il grado di vicinanza o lontananza che hanno con i campioni “affidabili” o “spam”.

I siti che possono essere considerati spam, valorizzati utilizzando tecniche di Black Hat SEO, sono numerosissimi nel web, ma allo stesso tempo il lavoro di risposta dei motori di ricerca è incessante. Il risultato è che molti domini ottimizzati in modo scorretto vengono “bruciati” una volta scoperti, vanificando gli investimenti sostenuti fino a quel momento e costringendo il webmaster o l’azienda a ricominciare il lavoro da capo, con una ovvia e sensibile perdita in termini di ROI (Return on investment – ritorno degli investimenti).

 


L’attività di link building è utile per migliorare la visibilità del mio sito?

Stella Fumagalli 14 Aprile 2011

Sì, i link sono fondamentali per migliorare il posizionamento di un sito sui motori di ricerca, perché danno forza e credibilità ai contenuti presenti, soprattutto se sono link di qualità, ed hanno un grande valore per gli spider.

Conviene sempre cercare di farsi linkare volontariamente da siti autorevoli, per contenuti e visibilità, appartenenti al proprio settore; è buona norma inoltre selezionare con attenzione i link outbound da inserire sulle proprie pagine, utilizzando esclusivamente collegamenti mirati verso siti seri e credibili (gli spider dividono il valore dei collegamenti per il numero di link presenti nella pagina, per questo la regola “pochi ma buoni” diventa essenziale).

Utilizzare un’articolata struttura di link interni al nostro sito è un’altra strategia vincente, perché i motori di ricerca, sottintendendo la presenza di pagine legate tra loro per contenuti, tendono a premiare il sito aumentandone la visibilità. Inoltre questo consente all’utente un’esperienza di navigazione più profonda e completa.

Naturalmente i motori di ricerca premiano i link naturali, sia inbound che outbound, e penalizzano i link artificiali, creati da chi pratica Black Hat SEO al solo scopo di aumentare illegittimamente la visibilità di un sito.

Talvolta l’uso di questi sistemi può garantire visibilità in tempi più brevi, ma nella stragrande maggioranza dei casi il gioco non vale la candela: gli algoritmi usati dagli spider dei motori di ricerca vengono infatti continuamente aggiornati, per cercare di smascherare stratagemmi di questo tipo.

Creare attorno a sé un ambiente di good neighbourhood (buon vicinato) influisce positivamente sulla credibilità del sito, rendendolo in qualche modo “degno di fiducia”, perché collegato ad altri siti giudicati autorevoli. Al contrario, scambiare link con siti “bannati” o sospettati di Black Hat SEO e spamdexing costituisce un rischio per la credibilità del nostro stesso sito agli occhi dei motori di ricerca.

 


Che cosa sono le doorway pages?

Stella Fumagalli 14 Aprile 2011

Le doorway pages, chiamate anche gateway, jump o bridge pages, sono pagine di ingresso ad un sito, non considerate spam quando realizzate correttamente ma sempre più spesso create appositamente per ottenere visibilità sui motori di ricerca mediante tecniche di Black Hat SEO (ad esempio attraverso lunghissime liste di keyword o di link).

Quando questo avviene, le doorway pages, private della loro corretta funzione introduttiva/informativa nei confronti dell’utente, hanno l’unico scopo di migliorare il posizionamento del sito e risultano nella maggioranza dei casi illeggibili per il visitatore, che viene successivamente reindirizzato in modo automatico ad un’altra pagina web (normalmente la home page reale del sito ottimizzato).

Come tecnica Black Hat, le doorway pages sono tanto efficaci (consentono infatti ottimi posizionamenti in tempi rapidi) quanto pericolose: lo sa bene BMW Germania, che a causa di questo espediente ha visto cancellare, nel 2006, il suo sito ufficiale alle liste di Google (salvo riuscire a ottenerne il re-inserimento dopo aver ammesso l’errore).

Per questo in Axura utilizziamo doorway e jump pages solamente nella loro accezione considerata lecita dai motori di ricerca, offrendo ai nostri clienti uno strumento informativo utile e sicuro, che contribuisce a migliorare il posizionamento del loro sito in modo assolutamente lecito.

 


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Chi è Axura?

Quando si pensa ad una web agency, il primo pensiero è: "sono quelli che ti fanno il sito". In effetti, è quello che molti si limitano a fare, sulla base delle richieste più o meno adeguate di un committente.

Il nostro vero mestiere? Aiutare le imprese a cogliere le opportunità di internet, individuando quelle adeguate per il cliente, aiutandolo a farle proprie. Questo poi si traduce anche nella realizzazione di siti web, applicazioni, concorsi online, videoracconti e molto altro, ma quello che conta è il loro comune denominatore: sono la realizzazione di una precisa strategia digitale, concordata insieme al cliente, che punta a metterlo in grado di competere al meglio attraverso il corretto impiego di tecnologie e strumenti in rapidissima evoluzione, ormai determinanti nel fare impresa.






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Definitioner

Posizionamento
il posizionamento (nella sua accezione di attività) è l'insieme delle azioni volte a migliorare la posizione di una pagina web nelle pagine di risultato dei motori di ricerca (SERP).
Doorway pages
chiamate anche gateway, jump o bridge pages, sono le pagine di ingresso di un sito il cui contenuto è legato a una parola chiave o a una frase chiave. Sempre più spesso vengono usate nel contesto di pratiche Black Hat con l'unico scopo di alterare il posizionamento sui motori di ricerca di un sito o di una pagina web.
Black Hat
le Black Hat sono tecniche di ottimizzazione e posizionamento sui motori di ricerca che sfruttano imperfezioni degli algoritmi degli stessi per raggiungere risultati "artificiali", tipicamente in contrasto sia con l'interesse dell'utente di trovare risultati pertinenti alla propria ricerca sia con quello del motore di offrire i migliori risultati possibili.