In passato qui sul blog abbiamo già parlato di come scrivere un buon post per il blog aziendale; tra i vari elementi che compongono un articolo abbiamo sottolineato l’importanza del titolo, un elemento chiave per diversi motivi:
- ha il compito di catturare l’attenzione di chi legge
- aiuta gli utenti a capire se vale la pena continuare a leggere quel contenuto
- deve essere rilevante per i motori di ricerca e la SEO, aiutando il contenuto ad essere meglio indicizzato
E’ quindi importante tenere a mente tutte queste cose quando si scrive un titolo ma crearne uno davvero efficace non è sempre facile; in questo post andremo a vedere alcune tecniche per elaborare titoli che funzionano, con tanti esempi e spunti!
Dove viene visualizzato un titolo?
Insieme all’immagine, il titolo è uno dei primi elementi che vediamo all’interno di un contenuto: dove?
- In un blog (nell’elenco dei post e all’interno dell’articolo)
- In un elenco di notizie (di una testata o su Google News)
- Nei feed dei social network
- Nella pagina dei risultati del motore di ricerca
Quanto deve essere lungo il titolo?
Si parla spesso della lunghezza ideale per un titolo: in linea di massima si consiglia di essere sempre chiari e concisi, cercando di stare sui 50/60 caratteri: tuttavia, se sentiamo di aver bisogno di più spazio per essere davvero utili a chi ci legge, non facciamoci remore ad usare caratteri in più se questi si traducono in valore aggiunto per gli utenti.
Quando pensiamo alla lunghezza del titolo, pensiamo anche a come viene visualizzato sulle varie piattaforme in cui il post sarà pubblicato o visualizzato: sia nella pagina dei risultati di Google sia nei feed di Facebook (soprattutto da mobile) i titoli più lunghi vengono tagliati e per questo è importante tenere le informazioni principali all’inizio del titolo.
Se, quindi, vogliamo parlare di come ottenere di più dal content marketing nel 2020, un possibile titolo potrebbe essere:
“Content marketing nel 2020: come aumentare le visite e la visibilità con i contenuti online”
Cosa NON deve fare un titolo?
Abbiamo visto perché il titolo è un elemento importante e cosa deve saper fare: catturare l’attenzione di chi legge, essere rilevante per i motori di ricerca e aiutare gli utenti a capire se andare avanti con la lettura.
Per essere davvero utile per gli utenti e i motori cosa, invece, un buon titolo NON deve fare?
Non deve promettere ciò che non si mantiene nel post o distorcere la realtà
Se il titolo è l’elemento che deve attrarre gli utenti può essere forte la tentazione di “esagerarlo” per renderlo più accattivante e portare le persone a cliccarlo; ma mettiamoci nei panni degli utenti: cosa succederebbe se cliccassimo su un articolo aspettandoci di trovare un certo contenuto e poi ci rendessimo conto che così non è?
Immaginiamo di imbatterci in un post con il titolo: “Le foto inedite della tragedia del Titanic”: probabilmente penseremmo subito alle foto scattate durante il naufragio che, in qualche modo, sono arrivate fino ai giorni nostri e sono state finalmente diffuse.
Successivamente leggiamo il post e vediamo che si tratta di foto d’epoca scattate sul Titanic ma ritraggono momenti della traversata prima del naufragio (bambini che giocano in terza classe, persone che salutano i propri cari alla partenza, foto dell’equipaggio, etc.).
Da una parte il titolo non dice chiaramente che le foto sono state scattate durante il naufragio; dall’altra il Titanic è famoso proprio per lo scontro con l’iceberg che l’ha portato ad affondare, e quindi spesso in generale il termine Titanic e tragedia vengono accostati nonostante non si stia parlando esattamente delle ore in cui la nave è stata sommersa.
Il titolo gioca su questa percezione e rimane ambiguo portandoci a pensare che le foto possano riguardare il naufragio quando, invece, riguardano altre situazioni (comunque relative al Titanic).
Questa tecnica però porta gli utenti a rimanere delusi quando, una volta aperto l’articolo, si rendono conto di non essere davanti a ciò che si aspettavano: è vero, hanno cliccato sull’articolo, ma è anche probabile che la prossima volta decideranno di non aprire il contenuto proposto da quella testata.
Essere un insieme di keyword senza valore per gli utenti
Le keyword sono importanti e il compito di un titolo è anche quello di essere rilevante per i motori di ricerca e ai fini SEO; questa però non è una scusa per mettere insieme in una sequenza di parole chiave che non tengono conto della leggibilità degli utenti.
Un titolo come:
Fiat 2020: compra nuovi modelli Fiat 2020 dove comprare concessionario Fiat
È di certo pieno di keyword interessanti, ma non aiuta il lettore a capire se il contenuto dell’articolo fa davvero per lui e, quindi, ha meno possibilità di portarlo a cliccare per approfondire.
Come scegliere le parole da usare nel titolo?
Non dobbiamo esagerare con le parole chiave, ma è comunque importante usarle in modo tale che un titolo sia ben indicizzato e rispecchi il linguaggio utilizzato dagli utenti.
Quando scriviamo un titolo dobbiamo chiederci se stiamo usando i termini corretti, quelli che coincidono con le ricerche effettuate da chi naviga; per farlo, possiamo aiutarci con diverse tecniche e strumenti:
- guardare forum e social network per capire come parlano gli utenti
- prendere spunto dalle richieste che arrivano dai clienti acquisiti o potenziali
- utilizzare Google Trends
- controllare i termini usati dalla concorrenza
- usare l’autocompletamento di Google
In questi casi possiamo renderci conto che in alcune situazioni è molto diffusa una terminologia che non è propriamente corretta: ad esempio la preeclampsia (pressione alta in gravidanza) è conosciuta comunemente con il nome di “gestosi”, seppure non sia tecnicamente corretto.
Se però il termine è molto utilizzato allora è importante includerlo nel titolo, magari mettendolo tra parentesi dopo il termine corretto: in questo modo non solo il titolo avrà più possibilità di coincidere con le ricerche degli utenti, ma chi legge il titolo capirà subito di cosa stiamo parlando.
Cosa aiuta un titolo ad attirare l’attenzione?
Abbiamo già visto che “fare i furbi” e cercare di attirare gli utenti con pratiche scorrette non aiuta (e ne parleremo ancora tra poco): quali tecniche possiamo usare, allora, per creare titoli interessanti senza “scorciatoie”?
- Prima di tutto è importante mettersi nei panni del lettore e offrirgli qualcosa di utile
- Inserire nel titolo un richiamo temporale (anno, data, etc.)
- Inserire numeri
- Scrivere il titolo come se fosse una domanda che poniamo al lettore
- Formulare il titolo come se ci stessimo rivolgendo direttamente a chi legge
- Mettere i contenuti più importanti all’inizio del titolo
- Rendere il titolo emotivo / divertente
- Scrivere il titolo tenendo in mente il pubblico di riferimento (età, provenienza, sesso, etc.)
- Inserire riferimenti culturali (cinema, televisione, libri)
- Utilizzare giochi di parole
Attenzione al clickbait – “titoli acchiappa click”
Clickbait significa letteralmente “esca per click” ma in italiano ci si riferisce a questa pratica scorretta con l’espressione “titoli acchiappa click”.
Il clickbait consiste nello scrivere titoli esagerati con il solo scopo di portare gli utenti a cliccare sul contenuto, senza però poi mantenere nell’articolo ciò che viene promesso dal titolo.
Questa pratica da una parte è scorretta nei confronti di chi legge, dall’altra è penalizzata dagli algoritmi dei motori di ricerca: Facebook dal 2016 riduce la visibilità dei contenuti con titoli tipicamenti clickbait, mentre per Google Chrome esiste un’estensione apposita per individuare i titoli acchiappa click.
Prendiamo per esempio questo titolo:
Ci aspettiamo di aprire l’articolo e trovare la frase pronunciata da Piero Angela in grado di smantellare tutta la retorica di Greta.
Quando entriamo nel post, invece, troviamo questo:
Piero Angela non solo non smantella il discorso della giovane attivista ma le dà ragione, sottolineando però come ciò che dice si sapesse già nel passato (che è molto diverso da “smantellarne il mito”).
Infatti, se prendessimo il titolo di una testata diversa sullo stesso argomento, ecco cosa potremmo trovare:
Un titolo molto più fedele alle parole di Piero Angela (e al contenuto del post).
8 tipologie di titoli
Non c’è una formula magica per scrivere il titolo perfetto ma esistono diverse tecniche che ci aiutano a rendere i nostri titoli più accattivanti.
Partendo dal titolo “I modi per pulire l’auto più facilmente” andiamo a vedere come si trasformerebbe inserendo diversi elementi.
1) Titolo a domanda
Rendiamo il titolo una domanda che rivogliamo all’utente:
Quali sono i modi per pulire l’auto più facilmente?
2) Titoli con “come”
Come pulire l’auto più facilmente (con o senza ?)
3) Rivolgendosi al lettore
Formuliamo la frase come se ci stessimo rivolgendo direttamente a chi legge:
I modi che devi conoscere per pulire l’auto più facilmente
4) Numeri
Inseriamo un numero (che fa riferimento a ciò che il lettore troverà all’interno del post):
I 10 modi per pulire l’auto più facilmente
5) Riferimenti temporali
In questo modo possiamo situare il titolo in un arco temporale e renderlo più attraente perché riguarda un periodo recente o dell’immediato futuro (quindi attuale):
I modi per pulire l’auto più facilmente nel 2020
6 ) Concetti più importanti all’inizio
Come abbiamo detto prima, è importante tenere gli elementi principali all’inizio del titolo:
Pulire l’auto più facilmente: 10 modi per farlo
7) Menzione di un personaggio famoso
Menzionare un personaggio famoso nel titolo è una tecnica che aumenta le probabilità che il titolo venga cliccato, soprattutto se la persona è riconosciuta nel contesto di cui parliamo:
Pulire l’auto più facilmente: il trucco usato da Vettel
8) Citazione di personaggio famoso
Pulire l’auto più facilmente; Vettel: “io la pulisco solo così”
Combo
Possiamo anche creare diverse combo e unire due o più tecniche:
Concetti importanti all’inizio + numeri + riferimento temporale + personaggio famoso:
Come pulire l’auto: 10 modi tra cui la novità 2020. Vettel: “Io lo faccio solo così”
Ecco un’infografica (realizzata con Venngage) che sintentizza queste otto tecniche (per ingrandirla basta cliccarvi sopra):
In conclusione
“Cosa c’è in questo contenuto che può interessarmi?” è questa la domanda (posta da chi legge) a cui un titolo dovrebbe rispondere.
A prescindere dalla tecnica che decidiamo di utilizzare, quindi, un buon titolo dev’essere in primis utile per il lettore.
Per scegliere la tecnica migliore da utilizzare, poi, è possibile fare dei test e verificare quale tecnica ha ottenuto maggior successo.