Piccola premessa: dal 2014 al 26 maggio 2019 sono stato consigliere nel Comune di Busnago, con delega alle politiche giovanili e alla comunicazione. In seguito all’esito delle recenti elezioni amministrative, sono stato nominato assessore agli affari generali e vicesindaco.
Questo ruoli, che ricopro in contemporanea con la mia posizione professionale qui in Axura, mi hanno offerto un ulteriore stimolo a seguire e frequentare il dibattito (e alcuni momenti di formazione) intorno al tema della “comunicazione dei Comuni”, a cominciare da quella che viene definita – in maniera impropria – “digitale”.
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Il Comune è l’ente locale più prossimo al Cittadino, perciò è quello con cui esso si relaziona più spesso.
Questa relazione privilegiata può essere ulteriormente valorizzata se si presta particolare attenzione alle attività di comunicazione.
Attraverso di esse, il Comune può:
- raggiungere tempestivamente i Cittadini in caso di emergenza (pensiamo alle allerte meteo o all’emergenza inquinamento);
- segnalare situazioni che creano disagio, per riuscire a gestirle meglio (lavori in corso, variazioni alla viabilità, etc.);
- dare evidenza a eventi e momenti di partecipazione (come i consigli comunali);
- contribuire alla costruzione dell’identità locale;
- indirizzare nella maniera più opportuna ogni persona sulla base delle sue esigenze (suggerendo per esempio qual è l’Ufficio a cui rivolgersi per una pratica, in base alla natura della stessa).
Gli strumenti cosiddetti “digitali” hanno da un lato abbassato progressivamente i costi di accesso a queste attività, mentre dall’altro permettono di raggiungere con una maggiore precisione gli interlocutori di volta in volta desiderati, ottimizzando l’impiego delle risorse.
Se avere un sito istituzionale oggi è praticamente un obbligo per tutti i Comuni (e sarebbe bene che fosse secondo le linee guida stabilite da AgID – Agenzia per l’Italia Digitale), aggiungere a questa dotazione anche altri canali è un’opportunità che merita di essere quantomeno valutata, se non esplorata.
Grazie alle applicazioni di messaggistica istantanea, per esempio, oggi ogni Comune può dotarsi di uno strumento di comunicazione top-down (ossia da un unico mittente verso tanti destinatari), a fronte di costi di accesso nulli o comunque molto contenuti: per partire con le liste broadcast di WhatsApp è sufficiente avere un telefonino connesso a internet, mentre creare un canale (o un bot) Telegram è addirittura gratis *, al netto dell’impegno richiesto per lo sviluppo e per popolarlo di contenuti.
* per chi fosse interessato, si fa così
Un altro scenario che tante amministrazioni stanno cominciando a esplorare è quello dei social network e in particolare delle pagine “istituzionali” Facebook.
Del resto la pagina Facebook è una delle prime cose che tanti personaggi politici sanno di poter creare anche per se stessi, anche perché (ancora una volta…) non costa tecnicamente nulla se non la cessione di alcuni dati personali (ma pare che questo non rappresenti una barriera quasi per nessuno).
Gestire una pagina Facebook “politica” a livello “base” è molto facile (così come incappare in errori: ne parleremo più avanti). Facendolo si ottiene il risultato di esser presenti, con la propria voce, in una piazza che, per quanto “digitale”, solo in Italia conta circa 31 milioni di iscritti e 25 milioni di utenti unici giornalieri!
In pratica un italiano su 2 – bambini e anziani compresi – controlla la propria bacheca Facebook almeno una volta al giorno (ma in realtà sappiamo che sono molte di più: in media 14/15 volte a testa). Una platea potenzialmente enorme, con cui può essere utile relazionarsi ed è importante farlo nella maniera più corretta.
In questo post parleremo principalmente di come deve essere la pagina fan di un Comune: diremo quali sono i requisiti di Legge, vedremo cosa deve avere (e cosa no) e cercheremo di dare qualche consiglio a quelle realtà che, non potendosi permettere un ufficio stampa o un’agenzia di comunicazione, si stanno arrangiando in maniera “artigianale”, spesso contando sulla buona volontà di qualche dipendente e/o amministratore.
Se siete arrivati qui cercando informazioni su altri social o sulle strategie di comunicazione digitale per i Comuni, però, potete proseguire comunque nella lettura: le cose che valgono per Facebook sono spesso vere anche per altri media, e parleremo anche di questo.
I numeri
Per capire com’è la situazione rispetto alle pagine Facebook dei comuni siamo partiti da una rapida analisi della nostra zona: la Provincia di Monza e Brianza conta 55 comuni; di questi 28 (ossia più del 50%) non hanno una pagina Facebook.
Mi costituisco: anche Busnago!
Il campione non ha la pretesa di essere rappresentativo: stiamo pur sempre parlando di meno dell’1% di tutti i (circa 8.000) Comuni italiani!
Però mi ha stimolato a una riflessione e a scoprire di non essere l’unico ad averla fatta: anche l’associazione PA Social (a cui sono iscritto) si sta ponendo seriamente il “problema”, tanto da aver organizzato diversi momenti di confronto tra Amministratori locali e comunicatori, come l’evento “La comunicazione social dei Comuni” a cui ho avuto il piacere di partecipare le scorso 12 aprile, in occasione nella tappa di Milano.
Questi numeri fotografano una situazione in cui, da una parte, gli enti locali hanno l’obbligo di garantire ai Cittadini i diritti previsti dal cosiddetto CAD, il Codice dell’Amministrazione Digitale istituito con il decreto legislativo 82/2015, ma dall’altra non è ancora intervenuta una disciplina che regoli l’esistenza dei Comuni sui social network, nonostante questi ultimi rappresentino una presenza sempre più rilevante nel quotidiano di tantissime persone.
Come si crea la pagina Facebook di un Comune?
Per i Comuni che ancora non hanno una pagina Facebook, ma la vogliono attivare, la procedura di creazione è la stessa che abbiamo descritto – in un post del blog – anche per le aziende.
Le differenze sono minime: chi ha già un profilo come persona può farlo partendo da qui, indicando come categoria “ente pubblico” e richiedendo direttamente a Facebook attraverso il servizio di assistenza clienti di ottenere una “spunta blu”, ovvero quella che certifica l’autenticità di una pagina “di pubblico interesse”.
Perché è importante quest’ultimo passaggio?
Principalmente perché aiuta gli utenti a identificare subito, a colpo d’occhio, una pagina ufficiale.
Secondariamente perché può aiutare a gestire le situazioni più spinose.
Vi ricordate il caso del social media manager della pagina INPS per la famiglia? In un momento di particolare stress cominciò a dare risposte non a tono con il carattere istituzionale della pagina che stava gestendo, e qualcuno approfittò della situazione per creare ulteriore confusione; se la pagina avesse avuto la “spunta blu”, questa sarebbe comparsa anche nei commenti permettendo di distinguere a colpo d’occhio gli originali dai falsi. Lo “scivolone” ci sarebbe stato in ogni caso, ma almeno la situazione sarebbe stata da subito più chiara.
Quali informazioni “di base” deve contenere?
Anche qui può tornare utile la “guida” che abbiamo creato qualche tempo fa, sebbene Facebook di tanto in tanto introduca delle piccole novità che comunque al momento non hanno modificato la sostanza.
Più importanti di tutte sono:
- le informazioni NAP, ossia nome (Comune di…), indirizzo e numero di telefono (e e-mail) di contatto
- il logo del Comune come immagine del profilo, per rendere la pagina immediatamente riconoscibile (insieme alla spunta blu)
- un’immagine (o più) oppure un video di copertina, che rappresenta il primissimo punto in cui definire l’identità della pagina. Facebook suggerisce di modificarla con una certa frequenza, se si hanno le forze per farlo, perché l’algoritmo del social premia i contenuti più aggiornati attribuendo loro maggiore visibilità
A queste può essere utile aggiungere delle informazioni generiche relative al Comune, come la sua storia e i servizi offerti. Ancora più utile (e quindi urgente) può essere introdurre una “netiquette”, ossia un documento che metta in chiaro le regole per l’utilizzo della pagina.
Le regole valgono per tutti: sia per gli amministratori della pagina sia per i suoi utenti.
In un contesto come quello dei social media – dove tutti hanno a disposizione gli stessi strumenti e quindi si trovano sullo stesso piano dal punto di vista comunicativo – i primi non possono ritenersi “al di sopra delle regole” (anche per quelle ragioni di opportunità che spiega bene il comunicatore politico Dino Amenduni su LinkedIn), dunque farebbero bene a valutare l’introduzione di una Social Media Policy interna, che si costruisce seguendo alcune particolari attenzioni.
Dall’altra parte, è proprio in forza delle regole che si possono fermare sul nascere commenti off-topic, offensivi e razzisti, volgari, etc.
Attraverso una “netiquette” definita tenendo conto di tutte le casistiche più frequenti, ed eventualmente aggiornata con costanza sulla base delle situazioni che si possono manifestare nel quotidiano, la gestione della pagina social (Facebook in questo caso) diventa più semplice.
Chi gestisce la pagina Facebook del Comune?
E’ questo un altro aspetto da prendere subito in considerazione se si vogliono prevenire situazioni antipatiche e “scivolose”.
Chi ha esperienza nell’amministrazione di un ente locale con ogni probabilità si sarà già confrontato, da un lato, con l’indicazione di affidare la comunicazione dell’ente a figure professionali come quelle previste dalla Legge 150/2000; dall’altro, con margini di spesa esigui che non consentono questo genere di impegno.
Tra le possibili soluzioni, i Comuni (in particolare quelli più piccoli) possono valutare l’eventualità di consorziarsi tra loro o di attivare delle convenzioni con altri Comuni, o ancora possono provare ad affidare questa attività a un’agenzia di comunicazione specializzata, anche se in questo caso è necessario impostare una procedura di gara.
Va a finire così che in molti casi si ripiega sulla buona volontà di qualche consigliere comunale (spesso giovane e “smanettone”, a cui si affida l’incarico così da un lato lo si mette alla prova e dall’altro si sta tranquilli, ritenendo – non del tutto a ragione – che non possa fare troppi danni) e/o di un dipendente (o più).
Talvolta capita però che la pagina Facebook del Comune sia in realtà l’emanazione degli Amministratori pro-tempore, e che il Comune (che dovrebbe essere l’ente “di tutti”) “parli” con la voce di una parte sola.
Situazioni come questa andrebbero evitate, anche per evitare che alle elezioni successive una nuova maggioranza non riesca ad accedere alla pagina ufficiale del Comune e debba crearne una nuova partendo da zero.
Un “vaccino” che previene situazioni di questo genere non esiste, come del resto neppure una Legge che disciplina la comunicazione social dei Comuni (e PA Social si sta spendendo anche per questo) ma sarebbe corretto che chi crea la pagina Facebook, se anche fosse un politico, attribuisca il ruolo di Amministratore della pagina a uno, o meglio ancora due, tra i dipendenti comunali.
In questo modo la pagina Facebook del Comune evita di trasformarsi in un elemento divisivo e può essere un utile strumento dei tanti messi a disposizione della Comunità.
Un piccolo consiglio in più
Come linea guida generale, Facebook suggerisce di attivare l’autenticazione a due fattori sul proprio profilo in modo da essere avvisati (con una conferma per il tentativo di accesso) ogni volta che viene rilevata una connessione potenzialmente fraudolenta.
Se il discorso vale per tutti (e fa storcere il naso a qualcuno, dato che significa fornire un altro dato personale all’azienda Facebook: il numero di telefono), a maggior ragione può essere utile nella gestione della pagina del Comune, che per sua stessa natura merita di essere gestita con il massimo degli standard di sicurezza disponibili.
Cosa NON ci deve essere nella pagina Facebook del Comune
La prima cosa che sarebbe meglio evitare, come anticipato, sono le opinioni personali del politico di turno: la pagina Facebook del Comune deve essere la pagina di tutti i Cittadini, altrimenti rischia di perdere in credibilità.
L’amministratore comunale che vuole esprimere la propria opinione può sempre farlo usando il proprio profilo personale, o creando una pagina Facebook dedicata alla sua attività politica.
Il discorso vale anche per i dipendenti del Comune che si occupano della gestione del servizio: vi immaginate cosa succederebbe se il responsabile di questa attività pubblicasse l’annuncio con cui propone l’affitto di un box di sua proprietà attraverso la pagina Facebook del Comune?
L’esempio, volutamente esagerato, serve però per rendere l’idea della delicatezza e della terzietà con cui è bene gestire le comunicazioni di una pagina social, specialmente se è quella di un ente locale.
Un altro errore, magari meno grave ma in cui forse è più probabile “inciampare”, è pubblicare dei post completamente fuori tema rispetto ai contenuti tradizionali per cui la pagina è stata pensata e utilizzata (quelli che in gergo si chiamano “off topic”): augurare un buon weekend a tutti i Cittadini proponendo la ricetta della settimana, anche no.
Ma se invece, in occasione della festa patronale, si vuole dare la ricetta originale del dolce tradizionale… Perché no?
Cosa può fare un Comune con la propria pagina Facebook?
Se a oggi i Comuni che hanno già aperto una propria pagina Facebook non sono tanti, molti di più sono quelli che ne hanno intuito le potenzialità.
Effettivamente una pagina Facebook può essere per un Comune un ottimo canale di interazione con la Cittadinanza, sia per alcune delle considerazioni che abbiamo sviluppato in precedenza che per altre.
Proviamo a vedere, anche con alcuni esempi, come vengono usate le pagine Facebook da quei Comuni che le hanno già attivate.
Un (altro) feed per le notizie del sito istituzionale
Diversi enti utilizzano la pagina Facebook principalmente (o essenzialmente) come una versione alternativa della bacheca delle notizie che è presente sul sito.
In questo modo si danno un canale “in più” per cercare di raggiungere i Cittadini che li seguono con informazioni di varia natura che possono essere di pubblica utilità: le scadenze per il pagamento dei tributi, le chiusure delle strade, le ordinanze per la disciplina del traffico, le opportunità di accedere a contributi o bandi, le convocazioni dei consigli comunali… Il campionario delle possibilità è davvero ampio.
L’approccio utilizzato molto spesso è il classico “top-down” (da un unico mittente a tanti destinatari), al punto che qualcuno ha automatizzato la pubblicazione dei contenuti dal sito alla pagina Facebook per avere un impegno in meno. Come abbiamo visto però, il media a cui si ricorre ha una filosofia totalmente diversa, ossia dare alle persone la possibilità di costruire delle Comunità attraverso l’interazione.
Questa impostazione presenta almeno due insidie:
- c’è il rischio di perdere di vista commenti e reazioni, che talvolta possono essere particolarmente critiche e mettere l’ente in cattiva luce (e qui tornano d’attualità i riferimenti alla netiquette e alla social media policy che abbiamo fatto in precedenza)
- la reach organica di un post di Facebook è, in media, molto inferiore al 10% delle persone che seguono la pagina; questo significa che se la pagina del Comune ha, per ipotesi, 300 “mi piace” le persone che vedranno il post saranno (in genere) meno di 30, dunque viene in gran parte meno il raggiungimento dell’obiettivo che ci si era prefissati ossia cercare di arrivare a informare il maggior numero possibile di persone.
Nel fare una scelta di comunicazione di questo tipo, quindi, il Comune farà bene a tenere conto di questi aspetti.
Presentare degli eventi
Una funzione che Facebook mette a disposizione di chi gestisce una pagina è la possibilità di creare degli eventi.
In pratica, quando il Comune ha in programma un evento e vuole invitare le persone a partecipare, può farlo attraverso questo strumento che permette di creare dei “gruppi” dedicati all’evento stesso, raccogliendo le persone che sono interessate, e di inviare delle notifiche ad hoc e dei promemoria a ciascuno.
Non solo: essendo geolocalizzati, gli eventi possono comparire come notifica anche agli amici di chi ha espresso l’interesse verso qualcuno di essi, andando ad allargare la platea dei potenziali partecipanti.
Gli eventi sono collegati a un calendario, che ha la funzione di promemoria, quindi rappresentano il canale più adeguato da attivare quando si vuole dare risalto a un appuntamento a cui l’Amministrazione tiene particolarmente.
I post promossi
A questo punto è necessario spendere qualche parola sui post (e sugli eventi) “promossi”: così si chiamano quelli per cui viene previsto un budget di sponsorizzazione.
Attraverso questo budget il gestore della pagina Facebook ha la possibilità di aumentare le visualizzazioni del proprio post, e di sollecitare in particolare un certo segmento di pubblico a seconda delle sue caratteristiche.
C’è in programma un evento per bambini? Si può provare a indirizzare la promozione verso quelle persone che appartengono a una certa fascia di età (ad esempio quella in cui è più probabile che ci siano genitori con bambini della fascia di età a cui è destinato l’evento) e hanno manifestato interesse verso alcune tematiche legate alla famiglia, all’infanzia, etc.
I Comuni che vogliono promuovere un post su Facebook, però, devono affrontare una difficoltà extra: al momento, infatti, il metodo di pagamento consentito da Facebook è limitato alla carta di credito o al conto PayPal, mentre i Comuni sono tenuti a muoversi con la fatturazione elettronica che è incompatibile con entrambe queste modalità.
Anche qui la soluzione potrebbe essere rappresentata dall’affidamento a un’agenzia esterna, dato che sarebbe questa a interfacciarsi come le è più comodo con Facebook. Diversamente se vuole promuovere un evento, o un post generico, un Comune dovrà trovare altre strade per dargli evidenza.
Gestire le emergenze
Accanto alla modalità tipicamente “informativa” che abbiamo visto prima, alcuni Comuni hanno iniziato a usare le pagine Facebook anche per la gestione delle emergenze.
E’ il caso per esempio del Comune di Venezia, che trovandosi a fronteggiare con una certa frequenza il problema dell’acqua alta, ha deciso di pubblicare aggiornamenti in tempo reale sulla propria pagina Facebook, dato che è questo il social su cui è più seguito.
Per questa particolare esigenza, oggi come oggi esistono altri strumenti digitali più efficaci, rappresentati dalle app di messaggistica istantanea (principalmente WhatsApp, Telegram e Facebook Messenger): grazie a questi strumenti, infatti, è possibile ricevere una notifica in tempo reale direttamente sul display dello smartphone, e i dati dimostrano che il tasso di apertura e di lettura di questi messaggi è sensibilmente più alto rispetto alla reach organica di un post di Facebook.
Essere la voce più autorevole
La facilità con cui le persone oggi possono condividere informazioni si ripercuote anche sulla velocità con cui le notizie possono circolare, talvolta indipendentemente dalla loro correttezza.
In questo caso, la pagina Facebook (e più in generale tutti gli strumenti digitali di comunicazione a disposizione del Comune) può essere il canale attraverso cui diffondere tempestivamente la comunicazione “ufficiale” rispetto a una certa situazione.
Il vantaggio per il Comune che si impegna in questo senso è evidente: con la possibilità di raggiungere un pubblico così ampio a disposizione, il Comune può rappresentare un punto di riferimento molto importante e – se è in grado di anticipare le situazioni di crisi o gestirle tempestivamente – orientare a proprio vantaggio le reazioni della Cittadinanza.
Questa considerazione, che vale un po’ per tutti, può essere ancora più preziosa per quei Comuni che non vengono particolarmente coperti dal racconto delle testate giornalistiche o di altri media “locali”: attraverso un’attività di comunicazione precisa e tempestiva, che può trovare una cassa di risonanza proprio in Facebook (come in altri strumenti), il Comune ha la possibilità di presentarsi come voce principale e particolarmente autorevole, ascoltata e considerata come credibile.
Contribuire alla conoscenza dell’identità locale
L’identità locale non si costruisce certo con Facebook, ma i social media possono contribuire a diffonderla e farla conoscere anche a chi, in genere, è meno attento e preparato su aspetti come questi.
I contenuti che si pubblicano sui social possono avere un forte potere evocativo; attraverso il ricorso alle immagini e ai video, Facebook – e ancor di più Instagram – permettono di arrivare anche a fasce di età generalmente più “distanti” dall’ente e dalla conoscenza del territorio.
Un’altra ricaduta di questa attività è rappresentata dalla possibilità di entrare in dialogo con dei potenziali turisti. Il discorso, naturalmente deve essere declinato a seconda delle situazioni: il piccolo Comune che non ha particolari attrattive da offrire non dedicherà, con ogni probabilità, troppe energie al perseguimento di questo obiettivo, mentre la grande città si potrebbe permettere di delegare questo ruolo a terzi.
Di certo, però, Facebook può rappresentare un’ottima vetrina per tutti quei Comuni che vogliono dare evidenza anche alla propria dimensione turistica, attraverso la pubblicazione di immagini, video e informazioni utili non solo ai Cittadini ma a tutti gli utenti della città, compresi quelli che la visitano occasionalmente.
Cosa “rischia” un Comune che si crea una pagina Facebook?
Pur riconoscendo le potenzialità di Facebook, alcuni Amministratori preferiscono tenere il proprio Comune distante da questo social per paura delle conseguenze che può avere una strategia di comunicazione inadeguata al mezzo.
Il timore è legittimo e fondato, perché – come ha ben sintetizzato una volta il giornalista e scrittore Chuck Palahniuk – “Non importa quanto lavori duro, o quanto diventi in gamba. Sarai sempre e soltanto ricordato per quell’unica scelta sbagliata“, ma può essere superato tenendo presenti alcune attenzioni.
Delle prime abbiamo già parlato: darsi una “netiquette” e una Social Media Policy, e impegnarsi a rispettarle, se da un lato rischia di rendere un po’ più sterile la comunicazione dall’altro aiuta a prevenire pericolosi “scivoloni” e perdite di reputazione.
Dopodiché è bene avere presente come si è evoluto il quadro della comunicazione da quando i social network sono diventati della partita.
In passato la triangolazione politica-media-Cittadini era guidata da un dialogo tra politica e media: questi soggetti concordavano quali notizie dare e come darle e i Cittadini potevano solo ricevere, in maniera passiva, il messaggio.
Oggi la situazione è profondamente diversa: grazie a internet e ai social, infatti, il Cittadino ha molti più strumenti per contribuire alla costruzione del senso comune; di questo “potere” risentono i media, che sono piombati in una crisi piuttosto profonda, mentre la politica può continuare ad avere un ruolo di guida se è in grado di anticipare le emergenze o fornire delle risposte tempestive e credibili alle stesse. Queste risposte possono passare proprio dai social media e dalle pagine Facebook “istituzionali”.
Un altro rischio che l’ente può trovarsi costretto a fronteggiare è il cosiddetto “effetto Streisand”, un fenomeno mediatico che prende il nome da una storia che riguarda la celeberrima cantante e attrice per cui il tentativo di censurare un’informazione provoca, al contrario, la sua diffusione “virale”.
Ancora, può rischiare di non essere a tono. Di alcuni aspetti abbiamo già parlato: scarsa interazione, utilizzo top-down, etc. Ma un rischio forse ancora peggiore è quello di aprire la pagina e poi dimenticarsi di averla: quale sensazione darà di sé e dell’attenzione che mostra nei confronti quantomeno della sua Cittadinanza, un Comune che agisce in questo modo?
Per tutte queste ragioni, diventa importante darsi la formazione e gli strumenti necessari per saper interagire in maniera corretta ed efficace quando si esprime, come ente, la propria versione dei fatti.
In conclusione
Quelle che abbiamo raccolto finora sono indicazioni generali e soprattutto non sono scritte nella pietra: il medium “pagina Facebook” si evolve di continuo, ha caratteristiche proprie e soprattutto si trasforma attraverso una continua rinegoziazione delle preferenze tra tutti i diversi interlocutori, senza trascurare il ruolo che ha Facebook con i suoi interventi tecnici (che possono cambiare le regole del gioco come è già capitato in passato).
Proprio per questo se la pagina Facebook da un lato può essere utile (sebbene non indispensabile) dall’altro rappresenta solo uno dei tanti canali di comunicazione digitale che un Comune può valutare di darsi.
Come abbiamo visto infatti, Facebook si presta molto bene per un certo genere di comunicazioni e di finalità: dialogare con le persone, coinvolgere i Cittadini in alcune esperienze, dare visibilità ad alcune iniziative e alle attività del terzo settore, etc.
Non si risolvono certo in questo modo tutte le esigenze e i problemi di comunicazione che l’ente locale può avere nei confronti del proprio “pubblico” di riferimento (e anzi bisogna anche essere coscienti del rischio di crearsene di nuovi…), ma in qualche modo può aiutare.
Affidare questa parte della comunicazione a degli esperti diventa quindi un’esigenza, sempre tenendo conto delle indicazioni contenute nella Legge 150/2000 (che per quanto anacronistica resta, a oggi, la normativa di riferimento) e dei limiti di spesa e di struttura che ogni Amministratore comunale ha ben presenti.
La strada alternativa è formazione continua, ma in entrambi i casi i vantaggi in termini di resa a livello politico e di immagine possono essere davvero enormi, e in gran parte sono ancora tutti da esplorare.