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Alla scoperta di Medium, la piattaforma di blogging e content discovery del fondatore di Twitter

Stella Fumagalli

Tempo di lettura: 10′

Parliamo spesso, spessissimo, dell’importanza di raccontarsi: il blog – se utilizzato al meglio – è un ottimo mezzo ma di certo non l’unico; si può parlare al proprio pubblico attraverso i video su YouTube, i social network (aziendali o personali) oppure creando contenuto ad hoc – o semplicemente “riciclando” materiale già esistente magari anche in diversi formati – anche su altre piattaforme: SlideShare, Pulse, Quora

Proprio a Quora avevamo dedicato un approfondimento in passato: è vero, in Italia viene usato ancora relativamente poco ma le sue potenzialità per aumentare la visibilità e il personal branding sono enormi; negli USA infatti questa piattaforma è ampiamente utilizzata anche da personalità di spicco come, ad esempio, Barack Obama.

Oggi parliamo però di un’altra piattaforma che con Quora ha diversi punti in comune:

  • in Italia sta prendendo sempre più piede
  • negli Stati Uniti è estremamente popolare (la usava anche la Casa Bianca)
  • è utile per aumentare la visibilità e il personal branding
  • consente di scoprire contenuti interessanti, talvolta esclusivi

Stiamo parlando di Medium, andiamo a conoscerlo insieme!

Che cos’è Medium?

Medium è una piattaforma di pubblicazione di contenuti online fondata nel 2012 dal cofondatore di Twitter, Evan Williams.

Oltre a essere una piattaforma che dà a chiunque la possibilità di pubblicare contenuti, è anche una community: è infatti un luogo di ritrovo per i blogger (molto spesso chi scrive su Medium ha già un suo blog indipendente dalla piattaforma) e per chi ama leggere ed informarsi, anche se – magari – non pubblica nulla (né su Medium né altrove).

Infatti Medium può essere definita anche una piattaforma di content discovery: propone contenuti che potrebbero essere interessanti per un determinato utente in base ad alcuni macroargomenti che l’utente seleziona, in base ai contenuti con cui interagisce e in base alle persone che segue.

Medium è pagamento?

Si può pubblicare su Medium (o leggere le storie che gli altri autori vi pubblicano) in maniera completamente gratuita: c’è anche la possibilità di sottoscrivere una membership per 5 dollari al mese o 50 dollari all’anno.

Questa membership dà la possibilità di accedere ad alcuni contenuti speciali che si possono riconoscere perché vengono contrassegnati con una stellina.

Una parte dei soldi che Medium guadagna tramite le membership vengono poi dati a quegli autori che partecipano al Partner Program e che quindi possono guadagnare pubblicando su Medium (ne parleremo nel dettaglio più avanti in questo post).

Perché usare Medium?

Abbiamo già detto che – come accade con Quora – anche Medium è relativamente poco usato nel nostro Paese, nonostante si stia diffondendo a grande velocità.

Le sue potenzialità sono parecchie e pubblicare su questa piattaforma ha diversi vantaggi:

  • possiamo raggiungere un pubblico nuovo e diverso da quello del nostro blog “ufficiale”: più una storia viene letta e consigliata (attraverso i “clap”, gli applausi) più visibilità raggiunge
  • il proprio profilo Medium può essere linkato ai profili social: aumentano quindi le possibilità di essere scoperti su Medium e poi essere seguiti su altri canali
  • vincolando il proprio account Medium a quello di Facebook e/o Twitter la piattaforma ci mostra quali dei nostri contatti sono anche su Medium: in questo modo possiamo seguirli / invitarli a seguirci
  • se abbiamo già un blog, pubblicare su Medium richiede uno sforzo minore: possiamo “riciclare” contenuti che abbiamo già pubblicato altrove (attraverso la funzione “import story” basta inserire il link originale del post e viene automaticamente importato su Medium, anche se questo tool può non funzionare con alcune piattaforme che ospitano l’articolo originale)
  • la piattaforma mette a disposizione uno strumento di reportistica che ci permette di tenere sotto controllo le statistiche con molta facilità: possiamo controllare quante persone hanno letto una storia, quante l’hanno letta fino alla fine, etc.
  • Medium è molto intuitivo e facile da usare: non sono necessarie abilità o conoscenze tecniche particolari per pubblicare contenuti e mantenere un profilo

Medium, SEO e visibilità

Medium aiuta con il SEO?

La risposta a questa domanda ha bisogno di essere articolata per capire davvero come questa piattaforma può aiutarci con la visibilità dei nostri contenuti.

Medium e link nofollow

Il tag “nofollow” è un attributo che viene assegnato a un link quando si vuole “dire” al motore di ricerca di non seguire i link presenti in una determinata pagina; abbiamo visto che per aumentare la propria visibilità è importante che i nostri contenuti vengano linkati da terzi, giusto?

Sotto le storie di Medium (se importate con lo strumento presente nella piattaforma) viene indicata la fonte dalla quale proviene il contenuto, con un link di rimando; tuttavia Medium aggiunge automaticamente a quel link (e a tutti gli altri eventualmente presenti nella storia) l’attributo “nofollow”, sono quindi backlink che – a fini SEO – non hanno utilità.

Medium e contenuto indicizzato

E’ vero, i backlink di Medium non sono utili per aumentare la nostra visibilità ma ricordiamo che il contenuto presente su Medium viene comunque indicizzato dal motore di ricerca, e – nel caso specifico – viene indicizzato bene.

La Domain Authority di Medium (quel numero dall’1 al 100 che indica l’autorevolezza di un sito web con il suo dominio e sottodomini) secondo Moz.com è pari a 94: è molto alta ed è un fattore che Google tiene in alta considerazione quando si tratta di indicizzare un contenuto e decidere se dargli maggiore visibilità o meno.

Inoltre Medium carica molto velocemente: abbiamo visto che la velocità di caricamento di un contenuto è uno dei fattori sempre più importanti per il posizionamento su Google.

Medium e link canonici

Il link canonico è quello usato dal motore di ricerca per determinare la fonte reale di un contenuto: in questo modo è possibile dare la priorità a quella fonte rispetto a tutti gli altri punti dove lo stesso contenuto potrebbe essere stato pubblicato.

Se vogliamo riciclare il contenuto del nostro blog su Medium dobbiamo fare in modo che la piattaforma possa stabilire il link canonico, in modo tale da determinare da dove arriva l’originale.

Per questo è importante utilizzare gli strumenti che Medium mette a disposizione per importare le storie: solo così siamo sicuri di mantenere il link canonico.

Se creiamo una nuova storia semplicemente copiando e incollando il contenuto (senza utilizzare il link originale con uno degli strumenti messi a disposizione da Medium) la piattaforma non è in grado di stabilire la fonte di quel contenuto che, quindi, si perderà.

Medium e la visibilità nella community

Medium può aiutarci a essere più visibili su Google ma è anche importante essere visibili all’interno della community: più un contenuto viene consigliato più persone raggiunge e quando un contenuto passa a essere sotto gli occhi di molte persone, di riflesso la nostra popolarità cresce anche fuori dai confini della piattaforma.

Per chi è iscritto a Medium è facile rimanere aggiornato sui contenuti pubblicati dalle persone che segue: come succede con i canali a cui ci iscriviamo su YouTube, anche con Medium possiamo ricevere una notifica quando un autore che seguiamo pubblica una nuova storia.

Registrare un dominio con Medium

Prima Medium dava la possibilità di registrare e mappare un dominio che rimandasse a una publication (vedremo cos’è a brevissimo): il dominio poteva avere qualsiasi nome (purché non fosse già in uso su Medium) ma purtroppo questa feature è stata eliminata nel novembre del 2017.

Pubblicare su Medium come azienda

Su Medium al momento non esiste una distinzione fra account personali e account aziendali: c’è un solo tipo di account, indipendentemente dal fatto che sia gratuito o a pagamento.

Ci sono però due possibilità per pubblicare contenuto su Medium e vincolarlo a un’azienda.

1. Creare un account con il nome dell’azienda

Quando creiamo un account possiamo mettere il nome dell’azienda e il suo logo: in questo modo tutte le storie che pubblichiamo avranno come autore la nostra azienda.

2. Creare una publication con il nome dell’azienda e collegarla ai diversi autori

Su Medium esistono le “story” (i singoli contenuti) e le “publication”, delle raccolte sotto le quali si possono raggruppare diverse storie.

Ogni publication può essere personalizzata: gli si può dare un nome, una descrizione, collegarla a un sito e permettere a più di un autore di aggiungere le proprie storie.

Quindi un’altra possibilità per pubblicare su Medium come azienda è quella di creare una publication dedicata a cui ogni autore aggiunge le storie che pubblica: noi l’abbiamo fatto con la publication “Axura” sotto la quale raccogliamo i post del nostro blog che riproponiamo su Medium.

In questo modo tutti gli autori che scrivono sul blog di Axura possono pubblicare le storie nel loro account e poi aggiungerle alla publication “Blog Axura”.

Noi abbiamo preferito questa opzione perché ci sembrava importante non “mettere in ombra” gli autori delle storie ma entrambe le alternative per scrivere su Medium come azienda sono percorribili e spetta ad ogni impresa decidere come preferisce muoversi.

Riciclare contenuto su Medium: basta il copia e incolla?

Abbiamo detto che Medium è utilissimo per chi ha già un blog o comunque per chi pubblica in maniera costante contenuto su altre piattaforme: per pubblicare su Medium non deve far altro che “riciclare” ciò che ha già scritto in passato.

Tuttavia bisogna ricordare che il contenuto duplicato (quindi esattamente identico) non è una buona pratica per vari motivi, ma in particolar modo perché:

  • ogni piattaforma ha un pubblico con caratteristiche e aspettative diverse; non è detto che ciò che funziona – per esempio – su Pulse (il blog di LinkedIn) funzioni allo stesso modo anche su Medium
  • il contenuto duplicato su di un sito ad alta visibilità potrebbe mettere in ombra il nostro sito, se con visibilità più bassa.

Quindi l’ideale è modificare leggermente il contenuto che andiamo a postare su Medium in modo tale che non sia esattamente identico al post originale.

Ricordate che l’unico modo per dare a Medium la possibilità di stabilire il link canonico di un articolo è utilizzare gli strumenti per importare il contenuto: una volta importato, va cambiato direttamente sulla piattaforma prima della pubblicazione.

E’ possibile guadagnare pubblicando su Medium?

Chi pubblica su Medium può fare richiesta per prendere parte al Medium Partner Program: gli autori che vengono scelti per far parte di questo programma sono in grado di guadagnare con le storie che pubblicano.

Più le storie vengono lette e consigliate (con i “clap”)**, maggiore è il guadagno (ogni lettore può fare clap fino a 50 volte per lo stesso contenuto): in base a quanto una storia viene consigliata Medium paga gli autori a fine mese con bonifico bancario utilizzando una parte del guadagno ottenuto con le membership (mensili o annuali) degli utenti (quindi chi sceglie di abbonarsi a Medium sceglie anche di remunerare gli autori che apprezza attraverso i clap).

**AGGIORNAMENTO DEL 24 OTTOBRE 2019

Medium ha annunciato che cambierà la maniera di calcolare il guadagno dei suoi autori: non sarà più in base ai clap ma in base al tempo di lettura di ogni articolo (più gli utenti rimangono a leggere il contenuto più alto è il guadagno per l’autore).

Mentre è il singolo autore che decide liberamente se rendere accessibili le sue storie solo a chi è abbonato o a tutti gli utenti di Medium, la piattaforma ogni mese rende disponibile alcuni contenuti esclusivi anche per gli utenti non paganti.

Svantaggi di Medium

Fino ad ora abbiamo visto i vantaggi di pubblicare su Medium; questa piattaforma però ha anche delle caratteristiche che devono essere valutate poiché potrebbero rivelarsi dei punti a suo sfavore:

  • come succede con tutte le piattaforme di terzi, il contenuto che vi pubblichiamo non ci appartiene più (quello pubblicato sulla piattaforma, non parliamo del contenuto originale): quindi se i nostri contenuti ottenessero moltissima visibilità su Medium e poi la piattaforma chiudesse, perderemmo tutto (pensiamo a Google + e alla sua imminente chiusura)
  • un’alta visibilità su questa piattaforma non si traduce direttamente in un’alta visibilità sul nostro sito o sul nostro blog (non sono direttamente vincolati)
  • quando editiamo un contenuto le opzioni a nostra disposizione sono meno rispetto ad altri strumenti di pubblicazione (ad esempio WordPress)
  • Medium ha tutta una serie di limitazioni tecniche: non c’è un modo facile per integrare Analytics o altri programmi di tracciamento, non si può installare Javascript, etc.
  • nonostante offra informazioni sulle statistiche si tratta di dati molto basici, niente a che vedere con Google Analytics o simili

Medium è per tutti?

Tutti possono scrivere su Medium e abbiamo detto più di una volta che più canali di comunicazione e di contatto abbiamo meglio è; tuttavia, ci sono una serie di argomenti che su questa piattaforma funzionano meglio di altri:

  • business
  • startup
  • cultura
  • politica
  • tecnologia
  • design

Ciò non vuol dire che se i nostri contenuti riguardano temi diversi da quelli elencati non ha senso scrivere su Medium!

In conclusione

Alcune compagnie hanno deciso di non pubblicare più contenuti sul blog aziendale ma di farlo solo su Medium: questa decisione, come abbiamo visto, può comportare vantaggi ma anche rischi e – comunque – non è una strategia che può funzionare per tutti.

La cosa più importante quando si tratta di comunicare è farlo bene e in maniera costante: è poi necessario capire qual è il canale migliore dove indirizzare i nostri sforzi; magari sarà proprio Medium, ma magari sarà WordPress, o LinkedIn…

Medium non è la soluzione definitiva per chi vuole pubblicare contenuti e farsi conoscere, ma è uno dei tanti strumenti con grande potenziale per aiutarci ad avere più visibilità.

In questo approfondimento ci siamo concentrati su Medium come piattaforma per pubblicare ma il suo valore è anche quello di essere una community dove è possibile trovare contenuti di valore, a pubblico accesso o riservati solo a chi è abbonato.