Il blog di AxuraBlog

Spunti e conversazioni di un'agenzia specializzata in interazioni digitali

  • Categorie articoli
  • AdSense
  • AdWords
  • Chatbot
  • Clienti
  • Consigli
  • Content marketing
  • Crowdfunding
  • E-commerce
  • Formazione
  • Formazione online
  • Generale
  • Inbound Marketing
  • Landing page
  • Letture
  • Marketing
  • Mobile
  • Mobile marketing
  • Native advertising
  • Newsletter
  • Outbound Marketing
  • Presenze internet
  • Pubblicità Online
  • Rants
  • Restyling siti web
  • Riflessioni
  • SEO
  • SERP
  • Servizi utili
  • Sfide
  • Smart Working
  • Social Gaming
  • Social Media Marketing
  • Social Network
  • Video explainer
  • YouTube
chiudi
Ti trovi qui: Home / Riflessioni / Codici QR vs ricerca visuale: chi vince la sfida della realtà aumentata nel 2012?

Codici QR vs ricerca visuale: chi vince la sfida della realtà aumentata nel 2012?

Alberto Giacobone 25 Giugno 2012 tempo di lettura: 15'

I codici QR compiono 18 anni: tecnologia matura o tecnologia obsoleta?

Il 1994 è l’anno di Netscape Navigator, quello che si può definire il primo browser web, capostipite di una lunga progenie di browser più o meno amati (o odiati). Sempre nello stesso anno, in una sussidiaria Toyota, per velocizzare la produzione, vengono introdotti dei codici bidimensionali, simili ai già largamente impiegati codici a barre: è cosi che nascono i codici QR (Quick Response, cioè Risposta Rapida). 

Facciamo scorrere il tempo in avanti rapidamente fino al 2012, più precisamente il 22 giugno 2012: ho personalmente avuto il piacere di far parte della giuria di un evento dedicato alle Start Up in quel di Monza, “It’s a Start”. In pratica, una ventina di start up più o meno avviate si sono presentate, con 5 minuti ciascuna a disposizione, a imprenditori e professionisti, per essere giudicate sotto diversi profili. In due di queste presentazioni i progetti e le attività avevano come riferimento i codici QR per l’interazione con il pubblico. Ma davvero, nel 2012, a distanza di quasi 20 anni dalla loro invenzione, non c’è un sistema migliore dei codici QR per creare un legame tra reale e virtuale?

A dire il vero, la realtà può essere molto più stratificata di come naturalmente ci appare!

I codici QR sono stati “trapiantati” dal settore industriale al mercato dei consumatori, sulla base di una premessa: la maggior parte dei consumatori oggi ha a disposizione uno smartphone dotato di fotocamera quindi, quando una persona vede un codice QR stampato su di una pagina di un giornale o su di un volantino attaccato ad un muro, può:

1. Prendere in mano il proprio smartphone

2. Avviare una delle migliaia di applicazioni che leggono codici QR (che sarà stata preinstallata sul dispositivo o scaricata in precedenza)

3. Inquadrare il codice QR

4. Scansionarlo

5. Procedere con l’azione prevista, tipicamente seguire un collegamento attraverso il browser.

Come si può intuire già dal numero di passaggi, compiere queste operazioni non è immediato e sono molti i limiti con cui ci confrontiamo, vediamone alcuni:

1. Il codice QR deve essere visibile: per quanto possa apparire scontato, così non è. Vedremo a breve come si può anche fare a meno di un elemento “aggiuntivo” rispetto alla realtà che ci circonda per accedere ad ulteriori contenuti specifici.

2. Il codice QR influenza l’impatto estetico dell’elemento a cui è collegato: se ad esempio lo stampiamo su di un biglietto da visita, dovremo dargli uno spazio piuttosto rilevante, che imporrà delle scelte di impostazione grafica a chi realizza l’impianto grafico. In alcuni casi questo limite apparente si è trasformato in uno stimolo creativo, ma non sempre il risultato è dei migliori.

3. Il codice QR può contenere un carico di dati massimo pari a circa 4 Kb: questo è sufficiente per i tipici dati presenti su di un biglietto da visita o ancora, un collegamento verso una risorsa esterna. Per come sono strutturate le applicazioni di lettura dei codici QR più diffuse, è prevista la presenza di una sola tipologia di informazioni e un solo collegamento. Se quindi si desiderano collegare più risorse ad un codice, è necessario intervenire tramite una pagina di salto, allungando i tempi di accesso al contenuto.

4. Il codice QR può essere “rimpiazzato”: per un meccanismo psicologico di affidamento, un codice eredita la legittimità del luogo in cui è stampato. Se quindi troviamo un’etichetta con un codice QR in corrispondenza di un cartello che descrive un’opera d’arte, è naturale per i più considerare la fonte di quell’etichetta la stessa del cartello. Questo affidamento può essere facilmente sfruttato da eventuali malintenzionati per indurre degli ignari utenti a seguire dei collegamenti “maligni’, sovrapponendo il loro codice QR a quello legittimo.

Per aiutarci a comprendere i limiti di questa tecnologia, è utile toccare con mano quello che già oggi è possibile con altri sistemi, immaginandone poi le prossime evoluzioni.

Ad esempio, lo scorso 30 maggio è andato in onda l’ultimo episodio della prima stagione di “Touch”, una serie TV con Kiefer Sutherland prodotto dal network televisivo Fox.

Nel corso dell’episodio, il protagonista impiega un’applicazione proposta da AT&T, dal nome Air Graffiti: in pratica, inquadrando determinati oggetti in una stanza, attraverso il display dello smartphone riesce a vedere dei contenuti altrimenti invisibili ad occhio nudo.

Air Graffiti non è ancora a disposizione del grande pubblico, ma AT&T sta sviluppando questo software dedicandoci particolare attenzione.

Per far conoscere meglio questa tecnologia, propone anche un video molto interessante:

Se però vogliamo già “toccare con mano” questa situazione ci viene in soccorso Layar, società specializzata in realtà aumentata che ha da poco lanciato Stiktu, un’applicazione gratuita per smartphone iOS e Android che permette di “remixare il mondo a piacimento”. Un rapido video dimostrativo ci aiuta a scoprirla, prima di metterla alla prova:

**Stiktu è un esperimento sociale da parte di Layar, che con l’ultima versione della sua applicazione omonima, disponibile nei principali market dei più diffusi sistemi operativi mobile, rende ancora più facile l’aggiunta di informazioni virtuali a “qualsiasi cosa” possa essere fotografata.

Infatti, con la nuova piattaforma di creazione di collegamenti virtuali “Layar Creator”, è possibile associare con estrema facilità i contenuti virtuali, come dimostrato in questo video:

L’applicazione principale suggerita da Layar sono le riviste cartacee, che possono letteralmente prendere vita grazie all’aggiunta di uno “strato” di contenuti associati (anche più di uno per pagina), immediatamente fruibili.

Il riconoscimento delle immagini è particolarmente robusto e gli algoritmi impiegati stanno migliorando rapidamente: i sistemi più evoluti riescono a riconoscere oggetti, monumenti, luoghi anche nelle condizioni più avverse e dalle angolazioni più impensabili.

Creare quindi degli “strati” di realtà, percepibili per il tramite di dispositivi mobili quali i nostri smartphone o in un futuro prossimo occhiali come quelli proposti da Google con il suo Project Glass o ancora più recentemente da Microsoft (il termine che si sta delineando per definirli è “smartglasses”), è una concreta possibilità e l’interazione con i contenuti virtuali presenti in questi “strati” sarà estremamente facile e naturale.

Il paragone con i codici QR è impietoso: già il solo poter creare “più strati” di realtà a partire dalla stessa immagine è un fattore che ben ci fa comprendere la differenza sostanziale tra queste tecnologie. Da una parte, nessun “deturpamento” della realtà, nessun simbolo aggiuntivo o altro elemento “artificiale” da apporre fisicamente su di un oggetto. Dall’altra, in teoria, una pletora di etichette incollate.

Gli scenari che si aprono nell’impiego di queste tecnologie anche nel rapporto con i consumatori sono decisamente affascinanti: immaginiamoci di guardare un abito in una vetrina e vederlo indossato dal nostro avatar in movimento. Potremo subito renderci conto di come stiamo indossandolo e decidere se fa per noi o meno. Ancora, passeggiando in una via, ognuno potrebbe vedere promozioni diverse in base ai suoi interessi, senza che questi messaggi pubblicitari vadano a “contaminare” la realtà vissuta dagli altri.

Tutto questo sarebbe chiaramente impensabile facendo semplice affidamento al sistema di collegamento tra reale e virtuale basato sui codici QR.

A ben vedere, nel 2012 l’impiego di questa tecnologia (che da anni impazza in Giappone), è ancora in crescita in Italia ed è quindi comprensibile che i meno attenti alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie scelgano ancora di integrarla nei propri progetti di startup innovative: è altrettanto chiaro che in prospettiva si toccherà con mano un rapidissimo declino al diffondersi di tecnologie, servizi e applicazioni come quelli appena visti ed è quindi importante tenerne conto per non trovarsi “ancorati” ad una tecnologia “di passaggio”, che può ancora trovare  un corretto impiego in situazioni di nicchia (fino all’avvento di massa delle tecnologie NFC – Near Field Communication), ma che sicuramente perde il primato di trait d’union ideale tra reale e virtuale.

 

** Aggiornamento di luglio 2014: in due anni il panorama è cambiato in maniera davvero importante: ne riparleremo presto!

 

Questo approfondimento ti è stato utile? Vuoi ricevere circa una volta al mese in mail gli ultimi articoli del nostro blog con le novità più interessanti e numerosi approfondimenti su digital marketing, social, SEO e molto altro? Iscriviti alla nostra newsletter!

Categorie: Riflessioni, Servizi utili
Tag: Air Graffiti, codici QR, Layar, Layar Creator, Netscape Navigator, Project Glass, Stiktu

Autore

+Alberto Giacobone, classe 1975: sono un "quasi" nativo digitale mesmerizzato da internet e le sue possibilità. Tra le altre cose, ho avuto il piacere di raccontare e condividere in aziende come Google o enti come l'Università degli Studi di Pavia l'esperienza maturata nello sviluppo di progetti internet e mi sono ritrovato giurato ad un evento dedicato alle start up in quel di Monza ;)

Per chi ha piacere, restiamo in contatto via Linkedin? (scrivetemi due righe di presentazione con la richiesta di contatto!)

Ultimi articoli

  • Storydoing: 9 esempi di imprese che mettono in pratica i valori aziendali 30 Marzo 2021
  • Social media trends 2021: 9 + 1 previsioni sui social per il nuovo anno 29 Dicembre 2020
  • Corsi gratis online in italiano per aumentare le competenze digitali: 9 risorse di qualità e altri spunti! 21 Luglio 2020
  • I KPI del content marketing: misurare quelli giusti per raggiungere i propri obiettivi 14 Luglio 2020
  • Dallo storytelling ai 3 storydoing aziendali: come far crescere brand e aziende con azioni concrete 22 Maggio 2020

Ebook gratis

Scopri i nostri approfondimenti gratuiti, vere e proprie guide con indicazioni passo passo, consigli ed esempi:

  • Guida gratuita ai siti web aziendali
  • Guida gratuita ai blog aziendali
  • Guida gratuita alle pagine facebook aziendali
torna su

Seguici anche su

  • LinkedIn
  • Facebook
  • Twitter
  • YouTube

Categorie

  • AdSense
  • AdWords
  • Chatbot
  • Clienti
  • Consigli
  • Content marketing
  • Crowdfunding
  • E-commerce
  • Formazione
  • Formazione online
  • Generale
  • Inbound Marketing
  • Landing page
  • Letture
  • Marketing
  • Mobile
  • Mobile marketing
  • Native advertising
  • Newsletter
  • Outbound Marketing
  • Presenze internet
  • Pubblicità Online
  • Rants
  • Restyling siti web
  • Riflessioni
  • SEO
  • SERP
  • Servizi utili
  • Sfide
  • Smart Working
  • Social Gaming
  • Social Media Marketing
  • Social Network
  • Video explainer
  • YouTube

Chi è Axura?

Quando si pensa ad una web agency, il primo pensiero è: "sono quelli che ti fanno il sito". In effetti, è quello che molti si limitano a fare, sulla base delle richieste più o meno adeguate di un committente.

Il nostro vero mestiere? Aiutare le imprese a cogliere le opportunità di internet, individuando quelle adeguate per il cliente, aiutandolo a farle proprie. Questo poi si traduce anche nella realizzazione di siti web, applicazioni, concorsi online, videoracconti e molto altro, ma quello che conta è il loro comune denominatore: sono la realizzazione di una precisa strategia digitale, concordata insieme al cliente, che punta a metterlo in grado di competere al meglio attraverso il corretto impiego di tecnologie e strumenti in rapidissima evoluzione, ormai determinanti nel fare impresa.






© 2002 - 2021 AXURA s.r.l. unipersonale
P.IVA / CF IT03690040963
REA MB 1694916 Capitale € 10.000 I.V
Via Fiume 13, Vimercate (MB) | tel 039.667486
Privacy Policy | Cookie Policy