
Anno 2012, mica poi tanto tempo fa: in quel del quartiere generale di Facebook, decidono di condurre un esperimento, utilizzando come cavie 700.000 utenti. Cavie consapevoli e volontarie per carità, per quanto lo si possa essere nel momento in cui si mette una spunta online a delle condizioni contrattuali che tipicamente nessuno legge, in cui cui si concede il diritto al social network in blu di Menlo Park di condurre questi esperimenti. Già, se siamo su Facebook, abbiamo acconsentito anche noi.
Questi (in verità quasi) 700.000 utenti sono stati salomonicamente divisi a metà e a ciascun gruppo è stato mostrato un flusso di notizie “selezionato”: in un caso venivano rimosse dal flusso le notizie più tristi e deprimenti, nell’altro quelle più allegre e spensierate. Risultato? Già, proprio quello che ci si attende: chi era esposto a maggior tristezza tendeva a condividere post più tristi e viceversa, chi era esposto a notizie più spensierate tendeva ad allinearsi con questo trend.
Ma allora siamo davvero così influenzabili?continua a leggere »