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8 giugno 2021, Giornata mondiale degli oceani: 10 esempi di storydoing aziendale per ridurre l’inquinamento marino

Stella Fumagalli

Tempo di lettura: 10′

Nel nostro blog abbiamo dedicato più di un approfondimento allo storydoing, ovvero la pratica di realizzare iniziative che possano incarnare e rendere concreti i valori dichiarati da una azienda e il suo storytelling.

In uno di questi post abbiamo elencato 9 esempi interessanti di aziende, alcune italiane e altre straniere, che hanno effettivamente messo in pratica alcuni dei valori che hanno fatto propri attraverso progetti, iniziative, azioni, scelte a cui ispirarsi.

Nell’approfondimento di oggi vogliamo fare qualcosa di simile: in occasione della Giornata mondiale degli oceani (8 giugno) abbiamo deciso di raccontare alcune iniziative di brand che si impegnano per promuovere e proteggere la salute di mari e oceani, oggi più che mai in pericolo.

Ecco quindi 10 esempi di storydoing legati alla tutela degli oceani o dell’ambiente da cui prendere spunto!

1. Soha Sardinia – 1% per il mare

Soha Sardinia è un’azienda di cosmetica naturale e bijoux con cui collaboriamo dal 2020 aiutando il brand con la comunicazione istituzionale.

Per la creazione dei suoi prodotti Soha si ispira alla natura della Sardegna e, anche per questo, da sempre ha dimostrato molta attenzione alla sostenibilità con scelte legate, per esempio, al packaging (limitando al minimo l’uso di plastica con l’intenzione, in futuro, di eliminarla del tutto) e privilegiando materiali più sostenibili come la carta e il vetro.

Per rendere ancora più concreto il suo impegno nel proteggere il mare e l’ambiente ha deciso di devolvere l’1% del suo intero fatturato alla One Ocean Foundation, di cui è diventata partner e sostenitrice nel 2021 fondando il progetto “1% per il mare“.

One Ocean Foundation è un’organizzazione senza scopo di lucro che nasce nel 2017 proprio in Sardegna, più precisamente a Porto Cervo, per volontà dello Yacht Club Costa Smeralda.

2. Adidas – Parley Ocean Plastic

Parley Ocean Plastic è un filato creato da rifiuti di plastica marina riciclata raccolti da isole remote, spiagge e comunità costiere; Adidas lo utilizza in sostituzione della plastica nella confezione di tutto l’abbigliamento sportivo della collezione Adidas x Parley.

Una volta che i rifiuti di plastica vengono rimossi dalle coste, vengono imballati e inviati ai partner della catena di approvvigionamento di Parley; i rifiuti vengono poi triturati e trasformati in filato di poliestere ad alte prestazioni, ovvero il filato Parley Ocean Plastic.

3. Sky Ocean Rescue – SKY

Sky ha messo in campo diverse azioni per la tutela dei mari e degli oceani:

  • in partnership con WWF tutela 400.00km2 di aree marine protette in Europa nei Paesi in cui opera
  • ha eliminato la plastica monouso dal packaging dei suoi prodotti, edifici e produzioni televisive
  • supporta l’innovazione attraverso la costituzione di un fondo di investimento, lo Sky Ocean Venture

Sky Ocean Venture è un fondo di investimenti (a cui SKY ha contribuito con 25 milioni di sterline) per promuovere lo sviluppo di società e start-up alla ricerca di soluzioni alternative alla plastica, di nuove tecnologie per un riciclo più efficace e di nuove fibre tessili.

4. Prada & Unesco – SEA BEYOND

Promosso dal Gruppo Prada e dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa (COI) dell’UNESCO, SEA BEYOND è un programma didattico destinato alle scuole secondarie per sensibilizzare alla sostenibilità e alla preservazione dell’oceano (il progetto è sostenuto da una percentuale delle vendite della collezione Prada Re-Nylon, linea di prodotti in nylon rigenerato lanciata da Prada nel 2019).

Le scuole partecipanti dovevano creare una campagna in difesa dell’oceano: a vincere è stata la scuola portoghese Agrupamento de Escolas de Vialonga a Vialonga (Lisbona), con il breve cartone animato “Redes circulares: Cerco ao plástico no mar” (“Reti circolari da pesca: un mare di plastica”), in cui vengono mostrate le gravi conseguenze dell’inquinamento da sostanze plastiche sugli ecosistemi marini e come raccogliere i rifiuti di plastica perché vengano riciclati.

5. Nivea Mare Protetto

NIVEA ha attivato “Nivea Mare Protetto“, un progetto in collaborazione con LifeGate PlasticLess® per tutelare il mare ed eliminare la plastica che lo inquina grazie all’installazione di 3 “Seabin” (letteralmente “cestini del mare”): si tratta infatti di veri e propri cestini marini capaci di catturare dalla superficie dell’acqua circa 1,5 kg di rifiuti al giorno, per un totale di circa 1 tonnellata e mezza nell’arco di un anno.

6. Carte d’Or (Algida) – Proteggiamo insieme i nostri mari

Le vaschette del gelato in passato sono quasi sempre state realizzate con la plastica ma Carte d’Or ha sostituito i contenitori in plastica con nuove confezioni di carta compostabile che si possono buttare nella frazione umida; grazie alla raccolta differenziata le vaschette verranno portate in siti di compostaggio industriale e dopo un processo di degradazione torneranno ad essere Humus che migliorerà la struttura del suolo.

Se acquistiamo gelato in vaschette di plastica possiamo riutilizzarle come contenitori per cibi: non sono performanti come alcuni contenitori ermetici che mantengono caldo/freddo (e che sono ideali per portare il pasto fuori casa), ma per conservare gli avanzi del pranzo o della cena e tenerli in frigorifero vanno benissimo!

7. BNL – Zero plastica in mare

BNL BNP Paribas e Legambiente partecipano al progetto “Zero plastica in mare” con l’obiettivo di affrontare una delle più grandi emergenze ambientali di questi ultimi anni.

Ad oggi grazie al progetto sono stati raccolti 3680 kg di rifiuti dal mare (su un obiettivo totale di 15.000 kg).

8. Carvico & Jersey Lomellina – ECONYL®

Carvico e Jersey Lomellina sono due aziende di Carvico (Bergamo) leader nel settore di tessuti tecnici per prestazioni sportive.

Queste aziende da anni hanno scelto il filo ECONYL® come ingrediente premium per la produzione di alcuni tessuti ecosostenibili della loro collezione (per il settore dei tessuti per costumi da bagno queste due aziende detengono l’esclusiva di utilizzo del filo ECONYL®).

ECONYL® è un filato di poliammide rigenerato e composto al 100% da rifiuti e materiali di scarto tra cui anche le reti da pesca recuperate dai fondali marini.

Un bellissimo esempio di storydoing di cui ci fa piacere parlare da una parte perché Carvico e Jersey Lomellina sono state clienti di Axura per molti anni e dall’altra perché l’industria tessile è una delle più inquinanti: trovare aziende di questo settore che si impegnino con soluzioni sostenibili sarà sempre più indispensabile.

9. Kampos – Design consapevole & materiali responsabili

Come Soha Sardinia, anche Kampos (brand di beachwear italiano) è partner ufficiale della One Ocean Foundation a cui ogni anno dona una parte del proprio fatturato.

Per rendere concreto il proprio impegno nella salvaguardia del mare, Kampos si impegna su diversi fronti:

  • con una Politica Zero-Plastica, quindi non utilizza plastica monouso né per i prodotti né per gli imballaggi
  • tutti i prodotti sono realizzati con bottiglie di plastica riciclate, reti da pesca abbandonate o altri tessuti di nylon e / o organici riciclati (infatti anche Kampos utilizza il filato ECONYL® di cui abbiamo parlato prima)
  • imballaggi riciclabili al 100% e certificati FSC/PEFC

10. SaltWater Brewery – Eco Six Pack Rings

SaltWater Brewery è una microbrewery, quindi una piccola realtà indipendente che ha scelto di utilizzare un packaging sostenibile per le sue lattine di birra: l’’E6PR™ (Eco Six Pack Ring).

Si tratta di un anello six-pack (quindi fatto per tenere insieme sei lattine) ecologico composto dai scarti di fibre e progettato per per sostituire gli anelli di plastica che tengono insieme le lattine di birra.

Questi anelli infatti finiscono spesso nel mare causando un duplice problema:

  • inquinano
  • pesci, tartarughe, uccelli e mammiferi marini vi rimangono incastrati (per questo, nel caso compriate lattine tenute insieme da questo sistema, dovete ricordarvi di tagliare gli anelli prima di buttarli nella plastica)

E6PR™ è invece biodegradabile e può essere mangiato dagli animali senza problemi.

La scelta di SaltWater Brewery dimostra che anche le piccole realtà possono agire mettendo in campo iniziative per la salvaguardia dell’ambiente; quello che loro hanno fatto cercando un sostituto della plastica, Corona (altro brand di birra, ben più grande) l’ha fatto eliminando del tutto la necessità di anelli per tenere insieme le lattine: il brand ha creato infatti un sistema di lattine che si possono avvitare le une alle altre per essere trasportate, lasciando libero il brevetto in modo tale che chiunque possa utilizzare questa tecnica che permette di non usare plastica nella vendita di pack di lattine.

Qualche dato sull’inquinamento di mari e oceani

La maggior causa dell’inquinamento marino è la plastica: un articolo di National Geographic del 2019 spiega che la quantità di plastica nell’Oceano Atlantico è triplicata dagli anni ’60, tanto che la Pacific trash vortex (conosciuta anche come Great Pacific garbage patch, ovvero un’isola di rifiuti plastici che galleggia nell’Oceano Pacifico) ormai misura quasi 1.605.793 km quadrati, due volte la dimensione del Texas.

Un enorme colpevole è la plastica monouso che, una volta finita in mare, viene accidentalmente scambiata per cibo da molti mammiferi marini: i sacchetti di plastica assomigliano alle meduse (un cibo comune per le tartarughe marine) mentre alcuni uccelli marini mangiano la plastica perché rilascia una sostanza chimica che la rende simile al loro cibo naturale; ancora, le reti da pesca scartate vanno alla deriva per anni, intrappolando nelle loro maglie pesci e mammiferi.

Gli scienziati hanno trovato fibre di plastica nei coralli dell’Oceano Atlantico e, cosa più preoccupante, hanno scoperto che i coralli mangiano facilmente la plastica invece del cibo.

Un sacchetto di plastica è addirittura stato trovato a 10.975 metri di profondità, nella Fossa delle Marianne!

Anche Google (in collaborazione con Oceana e SkyTruth) si dà da fare per la salvaguardia dei mari e degli oceani attraverso Global Fishing Watch, una piattaforma che – sfruttando Google Cloud Platform, il machine learning ed Earth Engine – offre una vista globale della flotta peschereccia industriale del mondo rendendola disponibile al grande pubblico gratuitamente.

Il settore della pesca, infatti, è strettamente correlato a questioni di sicurezza alimentare globale, sfruttamento del lavoro, sostentamento, ricchezza nazionale e anche biodiversità.

Come abbiamo ripetuto spesso, lo storydoing non è appannaggio solo delle grandi multinazionali: anche le imprese più piccole possono contribuire attraverso comportamenti virtuosi.

Come aiutare i mari e gli oceani a livello personale e, anche, aziendale?

Vi lasciamo con 10 idee di National Geographic su piccoli gesti che proteggono le acque e con la Charta Smeralda di One Ocean Foundation, un codice etico per condividere principi e azioni a tutela del mare che tutti possiamo firmare e diffondere, mettendone in pratica i principi.

Buona Giornata Mondiale degli Oceani a tuttə!