La c.d. “Consumerizzazione dell’IT” (traduzione fin troppo letterale dell’espressione inglese Consumerization of IT) è un affascinante fenomeno, costantemente in crescita: si tratta del progressivo ingresso in azienda di tecnologie e servizi nati per i consumatori, dietro la spinta sempre più insistente di chi in azienda ci lavora e a volte preferisce impiegare il proprio dispositivo, seguendo appunto la politica BYOD (Bring Your Own Device o, in italiano, porta il tuo dispositivo).
Pensiamoci: quante persone conosciamo con in tasca uno smartphone da 700 e passa euro, che lavorano ogni giorno impiegando un computer che vale l’equivalente, se non meno?
Sempre più abituati a condividere “in un click” foto e video attraverso i principali social network, con una facilità d’uso ed un’economicità che rendono queste operazioni “alla portata di tutti”, l’impiego di strumenti e procedure aziendali risalenti anche solo a pochi anni prima ci fa sentire alle prese con qualcosa di obsoleto e inadeguato. Vogliamo pensare a quanti fax vengono ancora inviati?
Delle tecnologie che si sono diffuse negli ultimi anni, sono sicuramente i tablet il prodotto con l’impatto più dirompente: ad esempio, in meno di un anno, si è passati da una diffusione a pochi punti percentuali fino alla disponibilità di un tablet da parte del 20% della popolazione USA, numero destinato a crescere fino al 33% entro il 2015. In Italia non siamo da meno, anzi, la nostra passione per smartphone e tecnologie affini ci vede tra i primi nelle classifiche mondiali di adozione.
E nelle nostre aziende?
I tablet sono sempre più presenti: a volte su richiesta dei dipendenti stessi, ma sempre più spesso forniti direttamente dall’azienda nel contesto di programmi di innovazione informatica, prima in forma sperimentale per un ristretto numero di utenti e successivamente diffusi a interi gruppi di persone, in base alle loro mansioni.
I tablet in azienda portano con sè rischi e opportunità: rischi, in quanto i dispositivi oggi in circolazione per la maggior parte non sono stati propriamente “tarati” per un impiego aziendale e sotto il profilo della sicurezza, lasciano più di un dubbio a chi li deve adottare, soprattutto se in azienda vanno protetti dati molto sensibili.
Ciònonostante, le opportunità sono davvero numerose, al punto da far spesso “superare” ogni altra obiezione.
Cosa possiamo fare con un tablet in azienda?
1. Mostrare un catalogo: che sia una applicazione ad-hoc o un’apposita pagina HTML5, il catalogo virtuale fruibile tramite un tablet è un ottimo strumento di vendita. Se poi è prevista una buona interattività unita a dei meccanismi di raccolta dati (ad esempio, ordini), si è di fronte ad una vera e propria “killer application”.
Inoltre, in ambiti dove la fedeltà cromatica è importante, l’uniformità di calibrazione di tablet come gli Apple iPad può fortemente ridurre il numero di situazioni dubbie.
2. Chiamare o videochiamare: impiegando programmi come Skype o affini, chiamate e videochiamate ci seguono in qualsiasi parte dell’ufficio o dello stabilimento e se adeguatamente attrezzati, anche in mobilità. In determinate condizioni ambientali, speaker e microfoni dei tablet assicurano una buona qualità anche in vivavoce.
3. Effettuare delle presentazioni: restando nell’ecosistema Apple, un televisore connesso ad una Apple TV può mostrare tramite AirPlay quanto stiamo visualizzando su di un tablet Apple iPad in tempo reale, consentendoci di condividere la nostra presentazione, ma anche video, pagine web e molto altro su di uno schermo più grande. Il tablet, se vogliamo, può agire da telecomando, o da lavagna digitale, aiutandoci nella presentazione.
4. Raccogliere dati: immaginandoci ad una fiera, interagire con un visitatore e raccogliere i suoi dati rimane estremamente semplice tramite un tablet, che può agevolmente seguirci in ogni movimento, fattore di non poco conto in un ambito dove spesso gli spazi sono limitati. Impiegando appositi software di raccolta dati o formulari ad-hoc, possiamo gestire con maggiore effettività le relazioni maturate in un contesto di fiera.
5. Costruire mappe mentali: l’interfaccia “touch” dei tablet è ideale per l’elaborazione di mappe mentali ed esistono numerosi applicativi molto facili da impiegare nonostante la ricchezza di funzionalità. Nel corso di una riunione o in una sessione solitaria, la rapidità con cui questi applicativi ci consentono l’inserimento e la disposizione delle informazioni li rende particolarmente efficaci, con i vantaggi rispetto agli strumenti tradizionali di poter subito condividere quanto elaborato.
6. Visualizzare e condividere dati interattivi: i sistemi di business intelligence si stanno diffondendo sempre più nelle imprese e grazie alla pratica interattività dei tablet, muoversi nei meandri dei dati da visualizzare è decisamente più facile se paragonato all’impiego di mouse e tastiera. I moderni tablet sono inoltre più che in grado di reggere anche il più complesso dei grafici, senza rallentamenti di sorta.
7. Disegnare prototipi e bozzetti: le applicazioni per il disegno sui tablet sono sempre più evolute ed è ormai possibile disegnare con movimenti molto naturali. Rapidi schizzi ma anche prototipi, bozzetti e disegni più complessi, sono realizzabili in qualsiasi momento, come ad esempio nel mentre di una riunione. A breve, vedremo sul mercato tablet i cui schermi avranno tempi di risposta ancora inferiori e in casi specifici sensibili al tratto e alla pressione di una penna ad-hoc: la nostra mano e il nostro occhio avranno difficoltà a distinguere tra l’azione svolta tramite carta e penna e l’equivalente digitale.
Le possibili applicazioni che abbiamo indicato sono solo la punta dell’iceberg: oltre a queste situazioni che sono di interesse per un’ampia fascia di utenti ( non solo business ), ci sono numerose esigenze “verticali”, tipiche di determinati attività, che possono essere gestite in maniera ideale tramite un tablet.
Un recente esempio (ma è veramente uno tra i tantissimi possibili) è quello di Unimec, che ha messo a disposizione del mercato un’applicazione per tablet e smartphone iOS dedicata ai progettisti meccanici, con cui questi ultimi possono meglio visualizzare alcune informazioni utili per svolgere più agevolmente il loro mestiere, interagendoci facilmente tramite l’interfaccia touch.
La crescente adozione di tablet in azienda si sposa con un altro importante tendenza, che è quella verso il c.d. cloud computing: nella pratica, uno dei risvolti di maggior rilievo è quello di poter passare, per la stessa attività, da un dispositivo ad un altro, senza soluzione di continuità o, detta all’inglese, in maniera seamless.
Scrivo un documento su un notebook, lo correggo tramite un tablet, lo condivido da uno smartphone dopo averlo riletto, lo guardo insieme a dei colleghi su di un grande schermo: il documento può essere aperto contemporaneamente in tutti i dispositivi, sempre disponibile e sempre aggiornato o facilmente aggiornabile (a cui aggiungiamo, come dato non trascurabile, sempre copiato, spesso in automatico, in un backup).
Nell’affrontare degli investimenti aziendali in strumenti “dedicati”, è molto importante tenere in considerazione questo aspetto, prima di trovarsi in quello che in gergo tecnico si chiama “Technology Lock In” (tradotto più o meno propriamente in “Gabbia tecnologica”), ovvero un indissolubile legame tra oggetti e contenuti. Ad esempio, un sistema per la scansione dei codici a barre che funziona esclusivamente con un determinato dispositivo, o con un determinato sistema operativo.
I moderni strumenti di sviluppo e le attuali architetture informatiche consentono di superare nella maggior parte dei casi queste barriere, separando in maniera netta l’hardware dal software ma anche le diverse componenti dei software tra di loro: non è mistero che uno dei motivi del grande successo di Amazon sia la sua infrastruttura logistica e una delle scelte fondamentali fortemente voluta e sostenuta da Jeff Bezos stesso, è stata quella di far sì che ogni processo ed ogni sistema intercomunicasse tramite delle API: questa scelta ha consentito alla complessa “macchina Amazon” di evolversi costantemente, un pezzo alla volta, senza mai fermarsi.
Con la stessa logica, nell’adottare soluzioni proprietarie, è bene verificare se i vantaggi che ci aspettiamo sono “superiori” agli svantaggi immaginabili: facendo un esempio, potrebbe apparire vantaggioso adottare in azienda un tablet con un sistema di riconoscimento delle impronte su cui basare l’accesso, ma se poi questa scelta ci vincola ad un hardware specifico che non si sviluppa secondo i trend del mercato, potremmo trovarci a voler aver preferito un dispositivo esterno per il riconoscimento delle impronte abbinabile a più dispositivi.
In una recente attività di sviluppo per un cliente, abbiamo abbinato una comune pistola per la lettura dei codici a barre da poche decine di euro ad un dispositivo Android (tramite un cavo OTG), impiegabile con un’applicazione dedicata sviluppata in HTML5. Questa scelta, consente di impiegare l’applicazione tramite più dispositivi, da smartphone a tablet o postazioni fisse, senza rinunciare in alcun modo alle funzionalità previste e in maniera indipendente dal sistema operativo sottostante.
Per chi deve prendere delle decisioni strategiche all’interno di aziende più o meno strutturate, è molto importante quindi tenersi pronti per quelle che sono le evoluzioni del mercato, non solo business ma soprattutto consumer, da cui arrivano numerosi ed importanti stimoli che, se ben inquadrati e gestiti, possono rivelarsi decisivi per il successo dell’impresa.