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Cos’è il content marketing in relazione alla SEO?

Stella Fumagalli 16 Giugno 2020

Spesso la SEO è ancora percepita come una sorta di “formula magica” che – in modo più o meno immediato – permette di essere tra le prime posizioni offerte dal motore di ricerca.

Di frequente l’idea che si ha della SEO è ancora legata a ciò che questa pratica era agli inizi; tuttavia la Search Engine Optimization dai suoi albori è cambiata in modo radicale e comprendere questi cambiamenti è fondamentale per capire in che direzione andare con gli sforzi per ottenere maggiore visibilità sui motori di ricerca.

Attualmente sono tanti i fattori che determinano la posizione di un elemento tra le pagine di risultato di Google e che fanno la differenza nella visibilità di una pagina web, ma ce n’è uno in particolare: i contenuti di qualità.

Abbiamo visto che il content marketing consiste proprio nella creazione e distribuzione di contenuti di valore, e nella capacità dell’azienda di dialogare attraverso questi contenuti.

Con il content marketing, quindi, un’azienda produce i contenuti necessari per aumentare la sua visibilità in rete con un impatto positivo anche in termini di SEO.


Perché il content marketing è importante?

Stella Fumagalli 16 Giugno 2020

Le ragioni per le quali il marketing dei contenuti è importantissimo per le aziende sono diverse.

1) I contenuti (di qualità) rendono autorevoli

Scrivere riguardo a un argomento aiutando gli utenti attraverso informazioni e dati di valore rende un’azienda, agli occhi del pubblico, un’esperta nel settore dandole credibilità.

2) Gli interlocutori imparano a fidarsi

Gli utenti possono trovare nei contenuti di un’azienda informazioni utili che li aiutano a risolvere tutta una serie di problemi.

Fornendo questo tipo di contenuti “disinteressati” (l’obiettivo primario non è puramente commerciale, pensiamo ad esempio a un dentista che pubblica un approfondimento sugli alimenti che macchiano i denti e che quindi vanno consumati con moderazione), gli utenti imparano a fidarsi di quell’azienda, poiché percepiscono che ha a cuore i loro problemi non solo per un motivo prettamente economico.

3) Gli utenti ci trovano attraverso i contenuti

Il content marketing è un modo di essere una risposta a determinate domande poste dagli utenti; creando contenuti di qualità che siano di valore anche agli occhi dei motori di ricerca, aumentiamo la nostra visibilità online e aumentiamo le possibilità di farci trovare a fronte di determinate ricerche che gli utenti realizzano su Google e altri motori di ricerca.

4) I contenuti creano relazioni a lungo termine

Attraverso i contenuti prodotti un’azienda può avvicinarsi ai suoi clienti e creare conversazioni, ad esempio dichiarando una serie di valori con i quali il pubblico può identificarsi.

5) Restiamo all’altezza delle aspettative

Al giorno d’oggi gli utenti si aspettano che un brand o un’azienda fornisca loro contenuti di qualità che li aiutino a conoscere meglio il brand, a fare scelte d’acquisto consapevoli e – anche – a risolvere piccoli o grandi problemi della vita di tutti i giorni.


Che cos’è la SEO per le “long tail keyword”?

Stella Fumagalli 15 Febbraio 2019

Long tail keyword letteralmente significa “parola chiave dalla coda lunga”: è un’espressione che fa riferimento a quelle parole chiave che sono formate generalmente da 3 o più parole, e che quindi tendono ad essere piuttosto lunghe e specifiche (ad esempio “web agency per restyling sito web”).

Prese singolarmente, le ricerche “long tail” sono inferiori a quelle corrispondenti “short tail” (nell’esempio di prima, la ricerca “web agency” sarà molto più alta dell’esempio proposto”), ma sommate tra loro possono rivelarsi superiori numericamente rispetto alla ricerca base.

Inoltre, nel caso di ricerche orientate all’acquisto, la specificità della ricerca contraddistingue utenti che tipicamente sono in una fase più avanzata del “customer journey” e che quindi hanno più chance di avvicinarsi all’acquisto rispetto a persone che effettuano ricerche “short tail”.

Un vantaggio di un posizionamento orientato ad intercettare le ricerche “long tail” è, tipicamente, la minor concorrenza di altre risorse in rete ottimizzate nello specifico per questa o quella specifica ricerca.

Al contrario, uno svantaggio di questo tipo di keyword è la difficoltà nell’usarle in modo “naturale” all’interno di un testo: trattandosi di sequenze specifiche di parole il loro utilizzo all’interno di un contenuto può risultare artificioso e peggiorare la qualità del testo, oltre a farci penalizzare da Google nel caso di forzature eccessive.

Alle long tail keyword si affiancano le short tail keyword. Cosa sono?


Che cos’è la SEO per le “short tail keyword”?

Stella Fumagalli 15 Febbraio 2019

Short tail keyword letteralmente significa “parola chiave dalla coda corta”: è un’espressione che fa riferimento a quella parole chiave che sono formate solo da una o due parole.

Di solito si tratta di keyword piuttosto generiche che si riferiscono a una categoria di prodotto/servizio ampia (ad esempio “web agency”).

L’uso delle short tail keyword all’interno di un testo comporta alcuni vantaggi: sono facili da utilizzare all’interno di un contenuto scritto e sono in grado di attirare un ampio bacino di pubblico.

Tuttavia, trattandosi di keyword molto generiche, è molto probabile che attirino anche utenti che sono in realtà interessati a tutt’altro rispetto a ciò di cui parla il testo: quindi uno degli svantaggi dell’uso di questo tipo di keyword è che attirano visite poco rilevanti.

Un altro svantaggio è la concorrenza agguerrita che troviamo per alcune parole chiave generiche: avviare un progetto SEO per posizionarsi bene sui motori di ricerca in corrispondenza di una o più di queste keyword è estremamente difficile e può richiedere investimenti ingenti sia di tempo che denaro.

In conclusione, le short tail keyword possono portarci un gran numero di visite ma probabilmente saranno poche quelle che convertiranno.

Alle short tail keyword si affiancano le long tail keyword. Cosa sono?


Cos’è il SEO off-page?

Stella Fumagalli 15 Febbraio 2019

Il SEO off-page (tradotto letteralmente SEO “fuori dalla pagina”) fa riferimento – come indica il nome – a tutta una serie di azioni che vengono realizzate “fuori” dal contesto della pagina web di riferimento ma che hanno come obiettivo aumentare la visibilità della stessa.

Ottimizzare una pagina web tenendo in considerazione gli elementi importanti per il SEO off-page significa andare ad agire sulla percezione che gli utenti hanno del sito, aumentano la sua rilevanza, autorità ed affidabilità.

Per riuscirci si impiegano generalmente i collegamenti in ingresso (backlink) e le menzioni (brand mention).

I collegamenti in ingresso per Google sono un indicatore importante della qualità del contenuto che viene linkato, per questo, tipicamene, a una pagina con un numero maggiore di backlink viene data più visibilità, tenendo però anche conto della qualità degli stessi.

Infatti Google non si concentra solo sul numero di collegamenti in ingresso: a fare la differenza è anche la loro provenienza (lo abbiamo spiegato parlando di Good Neighbourhood e Bad Neighbourhood).

Sebbene i backlink siano il fulcro di una strategia di SEO off-page, ci sono anche altri elementi che possono aiutare in questo contesto:

  • social media e social media marketing
  • scrivere post in qualità di “invitato” su blog di terzi (guest blogging)
  • relazione con uno o più influencer e influencer marketing
  • menzioni del nome della nostra azienda da parte di siti terzi autorevoli, anche senza link (brand mention)

Che cos’è, invece, il SEO on-page? Lo spieghiamo qui!


Cos’è il SEO on-page?

Stella Fumagalli 15 Febbraio 2019

Il SEO on-page (tradotto letteralmente SEO “sulla pagina”) fa riferimento – come indica il nome – a tutti quegli elementi presenti all’interno di una pagina web che Google tiene in considerazione per stabilirne il posizionamento.

Tra questi elementi troviamo, in un elenco non esaustivo:

  • il contenuto presente in pagina e la sua formattazione
  • le keyword
  • gli elementi “meta” della pagina (titoli, descrizioni)
  • immagini, video e altri contenuti
  • elementi tecnici come la presenza di dati strutturati
  • la velocità di caricamento e visualizzazione della pagina

Tutti questi elementi possono essere ottimizzati per aumentare la visibilità della pagina sui motori di ricerca.

Che cos’è, invece, il SEO off page? Lo spieghiamo qui!


Cosa significa YMYL (o Y-M-Y-L) in ambito SEO?

Stella Fumagalli 2 Gennaio 2019

La sigla YMYL in ambito SEO significa “Your Money or Your Life” (“i tuoi soldi o la tua vita”) e si usa per fare riferimento a determinati tipi di siti o di pagine web il cui contenuto è in grado di condizionare la felicità, salute, stabilità economica e sicurezza futura degli utenti che le visitano.

Proprio perché le pagine in questione sono potenzialmente in grado di avere un effetto negativo sulla vita degli utenti Google applica standard molto alti per determinare la loro qualità e quindi la loro visibilità e indicizzazione.

Le pagine considerate YMYL possono essere di tantissimi tipi, alcuni esempi sono:

  • pagine sulle quali si realizzano transazioni finanziarie o acquisti
  • pagine con informazioni finanziarie (con informazioni e/o consigli su investimenti, tasse, mutui, interessi, piani pensioni, etc.)
  • pagine con informazioni mediche
  • pagine con informazioni legali (con informazioni e/o consigli su divorzi, testamenti, affidi, cittadinanza, etc.)
  • pagine ufficiali di enti, Ministeri, Governo, etc.


Cosa significa E-A-T o EAT in ambito SEO?

Stella Fumagalli 2 Gennaio 2019

In ambito SEO la sigla EAT (a volte scritta anche E-A-T) è l’acronimo di expertise, authoritativeness, trustworthiness (competenza, autorevolezza, attendibilità).

Sono tre aggettivi che fanno riferimento al contenuto di una pagina web e sono tra i fattori principali sui quali si basa il Page Quality Rating di Google (la valutazione della qualità di una certa pagina).

Nella valutazione viene quindi tenuta in considerazione:

  • la competenza di chi ha prodotto il contenuto (che si riflette nel contenuto stesso)
  • l’autorevolezza di chi ha prodotto il contenuto, del contenuto stesso e del sito web sul quale è pubblicato
  • l’attendibilità di chi ha prodotto il contenuto, del contenuto stesso e del sito web sul quale è pubblicato

Nel valutare questi fattori, quindi, Google decide se assegnare al sito web un EAT alto (positivo quindi in termini di indicizzazione e visibilità) o un EAT basso (negativo).

Qualsiasi tipo di pagina può avere un EAT alto: pagine mediche, di gossip, di moda, comiche, blog, forum, sezioni di domanda e risposta, forum, etc.


Esiste il SEO Marketing?

Stella Fumagalli 22 Ottobre 2018

Parlare di “Marketing SEO” rischia di creare confusione: la SEO (Search Engine Optimization) è un’attività di ottimizzazione di un elemento web (tipicamente una pagina) volto a far sì che questo ottenga risultati organici (quindi ricerche “naturali” sui motori) migliori. Si tratta dunque di uno degli strumenti attraverso i quali un’azienda può riuscire a rendersi visibile e credibile agli occhi del pubblico, realizzando dei contenuti utili e interessanti che ci permettano di guadagnare punti agli occhi dei motori di ricerca (e quindi di ottenere maggiore visibilità).

L’attività di SEO può essere fatta rientrare in quello che si chiama Search Engine Marketing (SEM), insieme di attività che ingloba tutte le azioni di marketing (a pagamento o meno) che abbiano relazione con i motori di ricerca: tra queste c’è, appunto, la SEO ma troviamo anche la SEA (Search Engine Advertising) ovvero quell’attività che permette di mostrare annunci a pagamento tra i risultati che un motore di ricerca offre per determinate ricerche.

Va sottolineato che alcuni considerano l’acronimo SEM come equivalente dell’acronimo SEA, creando il binomio SEO e SEM: anche se tecnicamente errata, questa contrapposizione è piuttosto diffusa.

L’utilizzo del termine “SEO Marketing” quindi è improprio: la SEO, insieme alla SEA, è un’attività che fa parte del Search Engine Marketing.


Cos’è la VSO – Voice Search Optimization – Ottimizzazione per la ricerca vocale?

Alberto Giacobone 4 Giugno 2013

Con la crescente diffusione di sistemi operativi, browser ed applicativi in grado di interpretare quanto pronunciato da una persona e trasformarlo in una ricerca testuale, sempre più persone iniziano a scegliere di utilizzare la propria voce per effettuare delle ricerche, invece di digitare la stringa di ricerca.

Questo fenomeno, unito ai cambiamenti dei criteri di rilevanza impiegati per mostrare un contenuto prima di un altro negli elenchi di risultati dei motori di ricerca, va ad influire sul numero di ricerche a cui una risorsa può ambire.

Ad esempio, un sito con un nome di dominio facile da scrivere ma difficile da pronunciare e soprattutto da interpretare da parte dei motori di riconoscimento vocale (come SIRI di Apple), potrebbe vedere diminuire il traffico in ingresso proveniente da ricerche sul suo nome.

Al contrario, ricerche altrimenti tipicamente troppo lunghe per gli utenti nel momento in cui devono essere digitate, diventano frequenti se frutto di ricerche vocali.

Questi cambiamenti creano l’occasione per una nuova forma di ottimizzazione nel posizionamento sui motori di ricerca, chiamata VSO – Voice Search Optimization o Vocal Search Optimization ( in italiano, ottimizzazione per la ricerca vocale ) che può permettere di rendere visibile una specifica risorsa ad una audience in rapida crescita.

 

 


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