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Mobile Marketing: gli iBeacon di Apple cambiano le regole del gioco, e adesso?

Alberto Giacobone

Tempo di lettura: 15′

I beacons, radiofari grandi come un temperino che si acquistano a pochi dollari e sono pronti a cambiare il mobile marketing
Gli iBeacons e altri radiofari, poco più grandi di una moneta, si acquistano per pochi dollari e sono pronti a cambiare il mobile marketing

Che smartphone, phablet e tablet siano sempre più parte del nostro quotidiano, non c’è bisogno di ribadirlo: dalla mattina alla sera, in casa, quando ci muoviamo, in ufficio… Al di là delle statistiche, sempre più chiare, è proprio l’esperienza di tutti giorni a farci toccare le dimensioni del fenomeno.

Raggiungere le persone e comunicare con loro attraverso questi dispositivi fa parte delle pratiche di interazione raggruppate sotto l’espressione cappello “mobile marketing”.

Cosa si fa con lo smartphone, ad esempio mentre si aspetta alla fermata degli autobus?

Principalmente si chatta, ma sono anche molti quelli che giocano, guardano filmati, navigano sul web, etc. Del resto i dispositivi mobili fanno ormai parte del nostro vivere quotidiano, come dimostra il rapporto 2013 dell’Osservatorio Mobile Marketing & Service della School of Management del Politecnico di Milano presentato il 30 gennaio scorso.

Gli italiani che hanno uno smartphone sono più di 37 milioniOsservatorio Mobile Marketing & Service PoliMi

Alcune app hanno più successo di altre: ad esempio, non è ancora entrata nella pratica degli incontri di affari l’abitudine di scambiarsi i contatti tramite applicazioni come Airlike e, in questo caso, i tradizionali biglietti da visita escono – per ora – ancora vittoriosi in termini di adozione.

Più diffuso invece, soprattutto tra i giovani, l’uso degli smartphone per scambiarsi foto, video e altre risorse multimediali ma, anche qui, spesso a fare da intermediario è comunque il web.

Anche Instagram, riconoscendo questo trend, ha aggiunto la funzionalità “direct”, per permettere agli utenti di scambiarsi delle foto, come già si fa con applicazioni come WhatsApp, WeChat e molte altre simili.

Osservatorio Wearable To
In Italia è stato inaugurato da poco l’osservatorio Wearable To, dedicato all’uso dei dispositivi “indossabili”

Tra i fenomeni in rapida crescita, troviamo l’interazione dei dispositivi mobile con altri dispositivi ed in particolare quelli “indossabili” (wearable devices), il cui numero sta crescendo a dismisura.

Dai braccialetti alle clip per le scarpe, Fitbit, Jawbone, Nike ed altri brand stanno proponendo dispositivi da indossare, capaci di registrare moltissime informazioni e passarle tramite lo standard wireless Bluetooth Smart (lo si trova anche chiamato Bluetooth BLE, Bluetooth LE o ancora, Bluetooth 4.0) agli smartphone: movimenti, pulsazioni, temperatura e conduttività della pelle sono solo alcuni dei dati tracciati, pronti per essere rielaborati.

Bluetooth Smart è un protocollo che permette ai dispositivi di consumare pochissima energia e di comunicare in maniera estremamente semplice.

Un sistema che fa uso di questo canale di comunicazione, particolarmente importante per chi si occupa di mobile marketing, è stato da poco messo a disposizione da Apple e si chiama iBeacon. Di cosa si tratta?

iBeacon: la rivoluzione del mobile marketing

I beacons possono interagire con altri dispositivi fino a un raggio di 70 metri
I beacons possono interagire con altri dispositivi fino a un raggio di 70 metri

L’elemento cardine del sistema iBeacon sono dei veri e propri radiofari (appunto, gli iBeacon), capaci di emettere un segnale radio che gli smartphone sono in grado di intercettare a distanza, tipicamente nel raggio di 50/70 metri dalla fonte.

I moderni dispositivi mobile possono calcolare la distanza dal radiofaro e, nel caso siano entro il raggio di emissione di tre o più radiofari, possono individuare la posizione esatta rispetto agli stessi con un’approssimazione di pochi centimetri.

Triangolazione con beacons
Bastano tre radiofari per rilevare un dispositivo con un’approssimazione di pochi centimetri

L’impiego del Bluetooth Smart permette agli iBeacon di trasmettere il proprio segnale per 2/3 anni senza mai smettere, semplicemente impiegando una pila per orologio.

Le dimensioni dell’elettronica necessaria per realizzare il singolo dispositivo sono particolarmente contenute e destinate a ridursi sempre di più: se oggi equivalgono a una piccola chiavetta USB, presto saranno dei semplici bottoni o ancora più piccoli.

Quanto costano questi dispositivi? I primi modelli, sperimentali, costano qualche decina di euro, ma una volta arrivati alla produzione di massa sono oggetti destinati a costare qualche dollaro nel giro di poco (per scendere probabilmente sotto il dollaro in meno di 24 mesi).

Integrazione con smartphone ed altri dispositivi mobili: come funziona

I dispositivi che supportano il protocollo Bluetooth 4.0 possono essere usati per riconoscere ed impiegare il segnale emesso da uno o più radiofari, tipicamente attraverso l’impiego di un’applicazione (se ne stanno sviluppando per i principali sistemi operativi mobile: iOS, Android e Windows Mobile).

Contrariamente ad altri strumenti, non è necessario che l’applicazione sia attiva affinchè il sistema funzioni: può benissimo essere tra le applicazioni in background o ancora, se ben configurata, può anche essere spenta.

La trasformazione mobile delle abitudini dei consumatori impone un ridisegno dei punti di contatto con il clienteGiuliano Noci, responsabile scientifico Osservatorio Mobile Marketing & Service

L’impiego di un’app dedicata è però solo un passaggio intermedio: le funzionalità di riconoscimento degli iBeacon possono sempre più facilmente venir portate all’interno di altre app tramite appositi SDK, quindi sarà presto comune trovarsi questo tipo di funzionalità integrata in più applicazioni.

Su questo punto abbiamo una delle principali differenze rispetto ai precedenti tentativi di impiegare lo standard Bluetooth per il mobile marketing. Le passate applicazioni di Bluetooth Advertising, che rientrano nella più ampia sfera delle risorse per il marketing di prossimità, richiedevano complicate operazioni di “abbinamento” tra cellulare/smartphone e trasmittente e l’adozione da parte del grande pubblico è stata piuttosto fredda anche per questo motivo.

Estimote Beacons
Con i beacons di Estimote i negozianti possono sapere su quali prodotti cade l’attenzione, e chi acquista può avere promozioni dedicate

Con il sistema iBeacon (e gli equivalenti in arrivo da altri grandi produttori), le persone si troveranno questa tecnologia tra le mani senza quasi neanche accorgersene, un fattore destinato a fare la differenza nell’adozione di massa.

Le applicazioni degli iBeacon e di altri radiofari (come quelli proposti da Qualcomm con il progetto Gimbal), sono davvero tante – sia per tipologia che per campo di applicazione – e sono destinate a cambiare radicalmente il nostro quotidiano.

Tra i primi a comprendere e sfruttare le potenzialità degli iBeacon vi sono proprio gli operatori del retail (a partire da Apple stessa che – non dimentichiamo – ha più di 430 negozi sparsi un po’ in tutto il mondo), alla pressante ricerca di tecniche utili per contrastare il fenomeno dello showrooming: in questo settore è possibile ad esempio intercettare che una specifica persona è entrata in negozio e si è messa a guardare determinati prodotti; in base a questi ed altri fattori, il negoziante potrebbe avvisarlo di una promozione speciale proprio per quei prodotti o, ancora, indirizzarlo ad altri articoli più adatti al suo profilo.

Una scena da Minority Report
Un’immagine ripresa dal celebre film “Minority Report” con Tom Cruise (fonte: theguardian.com)

Se viene in mente una famosa scena del film Minority Report, in cui il protagonista entrava in un negozio ed i cartelloni pubblicitari dialogavano direttamente con lui, non siamo lontani, salvo la sostanziale differenza che qui il dialogo tra negoziante e persona avviene per il tramite dello smartphone, assicurando un livello di privacy decisamente superiore.

Le potenzialità di iBeacon nel retail non sono riservate ai negozianti: anche i brand possono ben impiegarlo per dialogare meglio con i potenziali acquirenti (e non). Quanti si avvicinano al corner instore del brand? Quanto tempo si soffermano? Quanti cercano più informazioni, avvicinando lo smartphone al radiofaro?

Le mille possibilità degli iBeacon: idee ed esempi

Le modalità di interazione sono tutte da scoprire ed inventare: e se un brand mettesse degli iBeacon in un prodotto, legando il suo ritrovamento ad un concorso a premi?

Logo Coca Cola
Coca Cola si prepara a usare i Beacons ai mondiali di Brasile 2014 (fonte: cocacola.com)

Ancora: se l’accesso ad una serie di informazioni, presenti in collegamenti accessibili solo dagli iBeacon, fosse la premessa per accedere a sconti particolari? Questo tipo di dinamica è tipico della “gamification”, dell’esperienza di scoperta (e, potenzialmente, acquisto) del prodotto.

Invece, andando a pescare nella domotica: immaginiamo uno showroom che ricorda le impostazioni preferite da un cliente e gli propone delle condizioni ambientali (luci, sottofondo musicale, etc.) di suo gradimento, mettendolo particolarmente a suo agio.

Se poi ci spostiamo dai negozi ad altri luoghi e momenti del nostro vivere, ne scopriamo ancora di più: gli iBeacon presenti in un ristorante ci possono guidare al nostro tavolo, permetterci di ordinare direttamente dal nostro smartphone e da lì molto altro. Il tutto con costi assolutamente irrisori – nel confronto con le soluzioni attuali – per il ristoratore.

Musei, gallerie, case e uffici: per ogni luogo è possibile immaginare molte applicazioni, accessibili a fronte di un investimento davvero minimo.

Come se questo non bastasse, stanno arrivando sul mercato dei radiofari integrati con dei sensori, al pari dei dispositivi indossabili di cui abbiamo appena scritto. Siamo nel pieno del fenomeno noto come “internet of things”.

Medbip Beacon
Con Medbip possiamo sapere se una scatola di medicinali è stata usata o meno in un determinato momento (fonte: medbip.com)

Immaginiamo un iBeacon con sensore di movimento, applicato ad una scatoletta di medicinali; può dirci con facilità quando qualcuno ha spostato (o non ha spostato) la scatoletta, un’informazione utilissima nel rapporto – spesso difficile – che molti hanno con i medicinali: su questo fronte, al pari di realtà estere, è già attiva anche una startup italiana, MedBip.

Ancora: grazie ad iBeacon con sensori magnetici sarà possibile costruire un sistema antifurto perimetrale a costi irrisori, con il vantaggio di poterlo agganciare ad applicazioni di automazione generica come IFTTT per iOS (ne abbiamo già parlato in un articolo precedente) o l’italiana Atooma.

Se poi ci spostiamo nell’ambito industriale, tra produzione e logistica, il numero di applicazioni possibili è davvero elevato.

I brand più importanti non stanno a guardare: Coca-Cola ad esempio sta valutando l’impiego degli iBeacon come strumento di marketing per i mondiali di calcio che si terranno questa estate in Brasile. Simon Miles, direttore digitale di Coca-Cola Enterprises, è convinto: “ci aiuteranno a farci notare in un contesto dove il rumore di fondo sarà molto elevato”, dichiara in un’intervista sul sito thedrum.com.

Pubblicità su Kindle
Acquistando un Kindle che propone screensaver pubblicitari è possibile avere uno sconto sul prezzo di listino.

Anche grandi department store come Macy’s e importanti negozi come American Eagle stanno sperimentando gli iBeacon sul campo, grazie ad una prova coordinata insieme a ShopKick, uno dei principali fornitori di soluzioni mirate a migliorare l’esperienza delle persone nei negozi.

Per ognuna delle mille applicazioni possibili, tra i punti di interazione più probabili con le persone troviamo nuovamente i dispositivi mobile di cui sopra: smartphone, phablet e tablet a cui, con una certa rapidità, si aggiungeranno smartwatch e smartglasses.

Questi strumenti di interazione sono tutti punti di contatto possibili per chi si occupa di mobile marketing: così come lo schermo dell’e-reader Amazon Kindle, quando in standby, può diventare un veicolo pubblicitario (a fronte della riduzione del costo di acquisto del dispositivo), modalità simili si possono immaginare per altri dispositivi.

Il mobile marketing tra l’utile e il fastidioso

Il giusto equilibrio nel rapporto tra chi desidera veicolare un messaggio tramite strumenti di mobile marketing ed i destinatari è tutto da costruire: quante notifiche le persone potranno e vorranno ricevere? Si potranno stabilire luoghi e momenti “off limits”, come già avviene negli Stati Uniti per il telemarketing (le telefonate dopo una certa ora per proposte commerciali non sono consentite)? Verranno posti limiti allo spazio visivo occupabile con messaggi pubblicitari sugli smartglasses?

Il giro d’affari della pubblicità mobile in Italia nel 2013 è stato di 204 milioni di euro (+129% rispetto al 2012)

Sono domande a cui è difficile trovare risposte univoche e che rischiano di sovraccaricare le persone, un po’ come le condizioni dei contratti: quanti le leggono veramente, cercando di comprenderle tutte, quando firmano o quando le spuntano per indicarle come accettate su di un sito web?

Proprio per questo, è prevedibile – e auspicabile – l’ingresso sul mercato di nuove figure, che agiranno in qualità di “privacy broker”, ovvero negoziatori del rapporto tra le persone e le realtà commerciali: se ne parla da metà degli anni ‘90, ma i tempi iniziano ad essere maturi solo ora.

Mobile marketing: un potenziale ancora tutto da scoprire

Grandi cambiamenti quindi per chi si occupa di mobile marketing, con la possibilità di scegliere tra moltissimi strumenti diversi: se prima c’erano solo gli SMS, oggi ci sono anche le notifiche push; se prima si parlava solo di codici QR, oggi realtà aumentata e radiofari cambiano le regole del gioco.

Il 73% degli italiani naviga ogni giorno via smartphone, e di questi il 51% ha cliccato su una pubblicità

Ancora: la pubblicità fruibile sui dispositivi mobili è ancora agli inizi ed una recente lettera dello IAB, con 19 firmatari oltre a Google, invita agenzie pubblicitarie ed inserzionisti a darsi da fare per impiegare meglio questa opportunità, offrendo un’esperienza migliore alle persone.

Lettera IAB
L’incipit della lettera che introduce l’argomento di un possibile ripensamento della pubblicità online (fonte: iab.net)

Il 76% degli italiani si dice disposto a utilizzare i mobile coupon

Al momento infatti, è ancora facile incontrare pubblicità per dispositivi mobili che conducono a pagine ideate per dispositivi desktop, che si rivelano addirittura controproducenti per i brand che le propongono.

Entrare in contatto con un messaggio pubblicitario attraverso dispositivi mobile può essere invece trasformato in un’esperienza di valore, che le persone apprezzano e ricercano, con un vantaggio netto per tutte le parti in gioco. Per farlo, bisogna presentarsi al momento giusto, con un messaggio adeguato e personale, di reale interesse per chi ne è destinatario.

Un ultimo accenno riguarda il mobile marketing e lo sviluppo di app: sempre più operatori infatti si stanno muovendo nello spazio delle applicazioni per dispositivi mobile, in un crescendo di idee che segna un mercato ancora “agli inizi” e che con buona probabilità presto vedrà un notevole consolidarsi delle proposte.

App Esselunga
L’app di Esselunga offre sconti ai clienti durante la spesa sulla base dei gusti e degli acquisti effettuati in passato.

Il 42% degli italiani usa lo smartphone in negozio per confrontare i prezzi con quelli delle altre catene

Tra i casi recenti, è interessante segnalare l’App Esselunga che consente la selezione dei prodotti da scontare, o ancora quella Auchan che integra anche la parte di pagamento.

Anche questo è mobile marketing: catalizzando l’attenzione del visitatore e tenendolo “occupato” sull’applicazione proposta dall’insegna, si riducono gli stimoli all’impiego di applicazioni di terze parti, che potrebbero portare il potenziale acquirente – ed i suoi soldi – altrove.

Il tema è davvero ricco di spunti e ci torneremo presto con ulteriori approfondimenti: la partita, insomma, è tutta da giocare 😉

Nel frattempo vi lasciamo con un video, realizzato da Estimote, che ci fa toccare con mano tante possibili applicazioni dei radiofari.