Axura Logo
Axura Blog

SPUNTI E CONVERSAZIONI DI UN’AGENZIA
SPECIALIZZATA IN INTERAZIONI DIGITALI

SPUNTI E CONVERSAZIONI

Home » Crowdfunding » Crowdfunding reward: uno sguardo agli aspetti giuridici

Crowdfunding reward: uno sguardo agli aspetti giuridici

Alberto Giacobone

Tempo di lettura: 20′

Alcuni tra i casi di maggiore successo di crowdfunding reward su kickstarter. com
Alcuni tra i casi di maggiore successo di crowdfunding reward su kickstarter. com

“Ho un’idea: vorrei creare un nuova penna, speciale, capace di disegnare nella realtà. A chi piacerebbe che esistesse (e magari la vuole per primo)?”

“A me piace, la voglio per primo!” (ripeti per 1.000!).

Ecco un esempio di Crowdfunding Reward!

Quando le prime piattaforme sono nate, lo si chiamava solo “crowdfunding”. Oggi invece il termine tecnico con cui lo si chiama è “Crowdfunding Reward” per distinguerlo dal “Crowdfunding Equity”.

Ne abbiamo già scritto in relazione al mondo delle ONLUS e crediamo sia un tema a cui è bene prestare molta attenzione, in quanto testimonia la radicalità del cambiamento reso possibile dalla diffusione di internet e delle sue possibilità.

La raccolta mediante crowdfunding è cresciuta da 1.5 miliardi di $ nel 2011 a 5 miliardi nel 2013 2nd Annual Crowdfunding Convention

Questo sistema, capace nel 2013 di muovere 5 miliardi di dollari, offre molte opportunità a tanti soggetti diversi: avremo modo di scoprirne molte insieme, ma è utile – preliminarmente – cercare di inquadrare il crowdfunding reward nel contesto della normativa italiana.

I protagonisti del crowdfunding reward

Nel crowdfunding reward, così come attualmente configurato, ci sono in buona sostanza dalle due alle tre figure coinvolte:

a. qualcuno che propone qualcosa (il proponente);
b. qualcuno che è interessato a quel qualcosa, e ci mette i soldi;
c. il più delle volte, qualcuno che agevola l’incontro tra i primi due.

Il proponente

Il proponente è colui che attiva la campagna: nell’esempio di prima, è l’inventore di una penna speciale. Nella normalità delle campagne di crowdfunding reward infatti il prodotto non esiste ancora: a volte è un’idea, a volte un prototipo ed altre ancora un prodotto finito che potrebbe essere migliorato.

Il proponente, nel configurare la sua campagna, individua i cosiddetti Reward (in italiano, ricompensa), sulla cui natura si gioca una partita importante dal punto di vista giuridico e fiscale.

In questo caso, chi dona 1$ alla campagna, riceve un simbolico "Grazie". Fonte: indiegogo.it
In questo caso, chi dona 1$ alla campagna, riceve un simbolico “Grazie”. Fonte: indiegogo.it

Ad esempio, potrebbe prevedere che, in cambio di un dollaro, sarà riconoscente a chi quel dollaro l’ha donato.

In questo caso non ci sono particolari dubbi, si tratta di una vera e propria donazione: chi la fa apprezza quello il lavoro del proponente e decide di dargli un contributo, senza aspettarsi nulla in cambio. Si tratta quindi di un “donatore”.

Ancora, il proponente potrebbe prevedere che in cambio di un importo più consistente, ad esempio 10 dollari, sarà riconoscente e manderà una foto di un prototipo firmata, con i suoi ringraziamenti personali.

Anche in questo caso, pur essendoci di mezzo un piccolo oggetto (la foto), si può dire che siamo nel campo della donazione: la sproporzione tra il valore dell’oggetto e l’importo elargito non lascia dubbi (salvo che la firma sia di particolare valore, come l’autografo di un personaggio importante: in questo caso si potrebbero fare valutazioni diverse).

Con 159$ si può acquistare, in anteprima e a prezzo speciale, il personal tracker Atlas e così sostenere il progetto. Fonte: indiegogo.com
Con 159$ si può acquistare, in anteprima e a prezzo speciale, il personal tracker Atlas e così sostenere il progetto. Fonte: indiegogo.com

Nel crescere della richiesta, il proponente arriva a prevedere di dare in cambio dell’importo la sua penna speciale.

L’importo ora è “giusto” per il prodotto, è in linea con quanto tipicamente proposto per prodotti simili e spesso viene dichiarato che al termine della campagna di crowdfunding quello stesso identico prodotto costerà molto di più.

Qui, ed è un punto importante, mentre per molti si è ancora nell’ambito della donazione, a nostro parere lo scenario cambia.

Il proponente ha promesso, in cambio di un importo, la realizzazione e la consegna di una penna speciale. Chi ha dato la somma richiesta si aspetta di riceverla, anche se sa che ci potrebbero essere dei rischi (ad esempio un ritardo nella realizzazione del progetto e nella consegna di quanto promesso).

Usando un termine legale, di che negozio si tratta?

Il crowdfunding reward e la compravendita di bene futuro

Chi ha dato la somma richiesta si aspetta di ricevere la ricompensa, anche se sa che ci potrebbero essere dei rischi

Crediamo non ci dovrebbero essere dubbi nel definirla una compravendita di bene futuro, un bene che ancora non esiste ma che è già definito nelle sue caratteristiche essenziali.

A cercare esempi simili si potrebbe pensare a un concerto di una band famosa: l’organizzatore propone una data e un luogo e raccoglie dai fan i soldi tramite la prevendita dei biglietti.

Anche se nella normalità dei casi non ci sono problemi, tutti accettano il rischio che quel giorno il concerto potrebbe non svolgersi per uno dei mille motivi possibili; nel caso questa evenienza si verifichi, si prevedono tipicamente dei rimborsi.

E’ proprio nella previsione del rimborso, però, che le campagne di crowdfunding reward risultano in molti casi diverse: se le cose vanno male il rischio – solitamente – si sposta sull’acquirente, che non ha armi a disposizione per proteggersi a posteriori ma può solo cautelarsi preventivamente provando a scegliere con attenzione a chi dare i propri soldi.

Su musicraiser.com si possono finanziare i nuovi progetti musicali di band emergenti
Su musicraiser.com si possono finanziare i nuovi progetti musicali di band emergenti

Un esempio simile è l’acquisto in prevendita di un album musicale.

L’album non è stato ancora realizzato, non si sa esattamente come verrà, ma i fan sono ben disposti a dare dei soldi sulla fiducia, nel rapporto – non solo economico – che hanno instaurato con l’artista.

Si tratta di una donazione o un acquisto? Il fan che ha dato 10 dollari e a cui è stato promesso un download digitale dell’album, lo ha fatto con spirito di donazione e anche se non riceverà nulla sarà contento lo stesso, oppure ha voluto impegnare i suoi soldi per pre-acquistare l’album aspettandosi di riceverlo?

In Italia le donazioni sono esentasse; le compravendite, no

Chi sostiene che nel crowdfunding gli importi circolanti siano tutte donazioni, considera gli importi come pure liberalità e l’oggetto o la prestazione promessa tutt’al più un “modus” per configurare così la donazione modale.

Per meglio chiarire la tipicità della donazione modale in Italia, si può fare l’esempio di chi dona dei soldi a una scuola, con l’onere che almeno in parte vengano spesi per l’acquisto di libri per la biblioteca scolastica. Quell’onere (il modus), e su questo la giurisprudenza è concorde, non può essere un vero e proprio corrispettivo di una prestazione, altrimenti si rientra in altri negozi.

La differenza non è solo un opinare giuridico: le donazioni di modico valore, rimangono esentasse. Le compravendite di bene futuro, no.

Per “testare” la validità della tesi della donazione è utile portarla al di fuori del contesto crowdfunding.

Se un cuoco promette di sperimentare e preparare dei piatti di cucina molecolare e indica degli importi in cambio dei quali preparerà determinati piatti, frutto dei suoi esperimenti, ci sembra più una donazione modale o una compravendita tipica da ristorante?

I negozi misti

Continuando con la proposte possibili, iniziamo ad addentrarci nel campo dei negozi misti: il proponente offre per un importo di 1.000 dollari non solo la penna, ma anche un ringraziamento particolarmente sentito nel materiale di vendita.

Chi sceglie questo reward ottiene la penna ma anche visibilità nel materiale di vendita. E’ una compravendita di pubblicità a tutti gli effetti o un giusto riconoscimento per un importo elargito con spirito di donazione? I confini si fanno più labili e la valutazione inizia a farsi complessa, sia nella ricostruzione che nell’inquadramento giuridico.

Allo stesso modo, alcune campagne di crowdfunding prevedono esplicitamente una destinazione mista della ricompensa: in cambio dell’importo erogato, il proponente si impegna a dare un bene a chi ha dato il denaro e darne un altro equivalente in donazione.

Il ruolo delle piattaforme di crowdfunding

Per Smart Things erano necessari 250mila $; ne sono stati raccolti più di 1 milione. Fonte: kickstarter.com
Per Smart Things erano necessari 250mila $; ne sono stati raccolti più di 1 milione. Fonte: kickstarter.com

Le piattaforme di crowdfunding reward che ruolo hanno nel concludersi di questi negozi?

Da una parte erogano nei confronti dei proponenti un servizio, mettendo a disposizione sia gli strumenti tecnici che la visibilità utile ad un buon esito delle campagne attivate.

Per questo servizio, tipicamente, richiedono al proponente un importo, solitamente configurato come percentuale della somma raccolta.

Movimenti di denaro: cosa dice la legge

Un aspetto delicato riguarda le somme di denaro messe in gioco da chi desidera le ricompense.

Chi attiva una campagna deve indicare l'importo necessario per portare a termine il progetto. Fonte: kickstarter.com
Chi attiva una campagna deve indicare l’importo necessario per portare a termine il progetto. Fonte: kickstarter.com

Se vengono subito messe a disposizione del proponente (trattenuta la commissione prevista) non ci sono particolari problemi: è una modalità possibile nelle campagne a “flexible funding” (letteralmente, finanziamento flessibile), dove non sono previste soglie da raggiungere per l’erogazione degli importi.

Si tratta però di una configurazione non così tipica per il crowdfunding reward, dove solitamente viene stabilita una soglia sotto la quale il progetto non verrà portato avanti e le somme messe a disposizione da chi desidera le ricompense non verranno impiegate (formula “all or nothing“).

Se nel raccogliere gli importi la piattaforma non effettua alcun prelievo preliminare, ma si limita a raccogliere l’autorizzazione a prelevare gli importi al termine della campagna, non sono richiesti requisiti particolari.

In Italia chi tiene in deposito somme di denaro conto terzi deve rispettare determinati requisiti.

Se invece a tutti gli effetti raccoglie gli importi, movimentando la carta di credito in aggiunta all’autorizzazione e tenendo gli importi su di un proprio conto in attesa dell’esito della campagna, si configura un’attività di intermediazione finanziaria specificamente regolamentata in Italia, e il soggetto che la attua deve avere determinati requisiti e seguire nella sua attività comportamenti e procedure ben precisi.

La rapidità con cui il fenomeno del crowdfunding reward è arrivato in Italia ha determinato un proliferare di piattaforme; molte di queste hanno ricalcato modelli e funzionalità presenti in piattaforme nate negli Stati Uniti d’America, dove il quadro legislativo e fiscale è profondamente diverso dal nostro.

Crowdfunding tra zone d’ombra e opportunità

Superato il – sano – entusiasmo iniziale, è bene che queste nuove modalità con cui persone (e aziende) possono entrare in contatto tra loro e scambiare tra loro denaro, beni e prestazioni, trovino un giusto inquadramento, per poter crescere e portare i propri benefici a un numero sempre maggiore di persone, riducendo al minimo rischi e squilibri. Abbiamo dedicato un approfondimento ai casi di maggiore successo, e ad alcune attenzioni da tenere nei confronti dei sostenitori.

Del resto, le situazioni da approfondire sono ancora molte: la garanzia dei prodotti venduti nel contesto delle ricompense, la necessità di loro certificazioni, il soggetto responsabile nel caso di danni a persone o cose e molto altro.

Con la consapevolezza che questi argomenti vanno chiariti, torneremo sull’argomento crowdfunding reward per sottolinearne le numerose opportunità: grazie al crowdfunding reward nel mondo sono già nate imprese di grande successo e le piattaforme più popolari godono di una visibilità davvero notevole che, se impiegata nel modo adeguato, può dare enormi soddisfazioni.

Basta pensare all’inventore della penna speciale (che esiste davvero): aveva chiesto 30.000 dollari e si è ritrovato con un sostegno pari a 2.344.000 dollari.

Davvero niente male!