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Il regalo di Natale 2015? Fatelo alla vostra impresa, ecco 5 idee per sorprenderla!

Alberto Giacobone

Tempo di lettura: 15′

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Fonte immagine: http://goo.gl/DhqDY2

Rieccoci, in questo dicembre ormai inoltrato, con davvero pochi giorni che mancano a Natale: siamo nel pieno dell’atmosfera natalizia, con mercatini, strenne e l’immancabile corsa ai regali!

Già, i regali: che per acquistarli gli italiani scelgano sempre di più l’online non sorprende più di tanto; Zanox segnala che nel suo circuito ha registrato anno su anno un +65% e anche Amazon Italia ha registrato un nuovo record nel corso del Black Friday, con più di 600.000 prodotti ordinati!

Questo successo è in parte da attribuire a quella che gli esercenti considerano una “piccola ripresa“, ma sicuramente lo spostamento verso l’online è il trend che rappresenta il grosso di questo risultato.

C’è però un grande escluso dall’elenco dei destinatari dei nostri regali di Natale… di chi stiamo parlando?

Delle nostre imprese! 😉

Ok, è una provocazione, l’avete capito, ma seguiteci nel ragionamento e proviamo a pensare insieme a cosa si potrebbe regalare alle nostre aziende, magari con un occhio di riguardo al portafoglio 😉

1. Aggiornare il blog o l’area notizie

Alzi la mano chi ha un blog, ed ha più o meno questo aspetto... (Fonte immagine: http://goo.gl/ZWwi8l)
Alzi la mano chi ha un blog, ed ha più o meno questo aspetto… (Fonte immagine: http://goo.gl/ZWwi8l)

Ad esempio, quanti siti aziendali hanno un blog o almeno un’area notizie che non viene sfruttata da tempo immemore, dove – e qui ci ripetiamo – magari l’ultima notizia è “E’ in linea il nuovo sito!” seguita da vuoto pneumatico?

La risorsa c’è, magari tecnicamente non è al meglio, ma se volessimo, potremmo raccontare la nostra impresa al mondo, magari anche in più lingue, e invece…

Ecco, iniziare a raccontarla, la nostra impresa, è un regalo che possiamo farle, per valorizzarla sul serio.

Non lo diciamo solo noi o qualche collega (ecco cosa scrive Marco), ci sono fior fior di studi e società di consulenza di rilievo internazionale che insistono sul punto, una su tutte McKinsey.

Ci vuole molto? In realtà no: con un po’ di impegno, raccontare l’impresa non è così difficile e anche se con l’aiuto di un professionista è meglio, c’è chi professionista lo è diventato “sul campo”, come Filippo Berto, oggi testimonial anche per Google.

Costo del regalo? Si può partire anche con qualche centinaio di euro, anche se è più credibile (e più utile per l’impresa) mettere in conto un investimento di 2/3 mila euro all’anno.

2. Aprirsi ai social

Dal blog aziendale ai social il passo è breve: ormai sono una risorsa praticamente imprescindibile per la maggior parte delle imprese e rinunciarci significa lasciare sul piatto molte, troppe opportunità.

L’azienda ha una sua pagina su LinkedIn? E’ già un primo passo, tra le altre cose gratuito (anche se magari farsi dare una mano per i testi e gli elementi grafici può aiutare a sfruttare meglio questa vetrina).

I social media possono spaventare, ma non sfruttarli significa perdere importanti opportunità (fonte immagine: http://goo.gl/WcyGu4)
I social media possono spaventare, ma non sfruttarli significa perdere importanti opportunità (fonte immagine: http://goo.gl/WcyGu4)

Si teme Facebook e la possibilità che le persone esprimano dei commenti che poi tutti vedranno? Se non si è pronti a superare questa paura, magari si può iniziare da Twitter, un social network dove la comunicazione può essere, se lo si vuole, più “monodirezionale”. Certo, non è sfruttare questo strumento a pieno, ma è un primo passo.

Se poi si ha voglia di affrontare le proprie paure, conoscere meglio i social e cosa si può fare per impiegarli bene evitando gli errori più comuni, può sicuramente essere d’aiuto.

Visto che anche questo è un regalo, torniamo ad affrontare l’aspetto economico: quanto può costare?

Come sopra, anche qui si può partire con poco e poi scegliere di investire di più: siamo comunque sempre nell’ordine di poche centinaia di euro per iniziare, per poi salire.

3. Presentarsi con un video

Un altro regalo che potrebbe piacere molto alla nostra impresa è una video presentazione, come quelle che abbiamo realizzato per numerosi clienti.

Perché funzionano? Facciamo così, lo raccontiamo proprio con una video presentazione 😉

Qui i costi salgono un poco: tipicamente, siamo nell’ordine di alcune migliaia di euro. Come diciamo nel mini sito dedicato, “che siano 2, 5, 7 o più lo si valuta insieme nell’impostazione preliminare del progetto, attraverso un preventivo gratuito personalizzato“.

4. Investire in un po’ di sana pubblicità

Un regalo molto gradito per la nostra impresa potrebbe essere un investimento in pubblicità, anche se lo sappiamo, l’argomento budget in questo caso è sempre molto delicato.

Un piccolo consiglio: uno degli aspetti più trascurati negli investimenti in pubblicità online è la pagina di destinazione a cui arrivano le persone una volta che hanno cliccato ad esempio un banner pubblicitario.

Ecco una pagina sulla quale nessuno vorrebbe atterrare (fonte immagine: https://goo.gl/TDmSk6)
Ecco una pagina sulla quale nessuno vorrebbe atterrare (fonte immagine: https://goo.gl/TDmSk6)

La c.d. “pagina di atterraggio” (landing page in inglese) è uno dei fattori chiave per il buon esito di una campagna pubblicitaria: cosa vedono le persone che ci arrivano? Che messaggio ricevono? Come vengono aiutate a superare le proprie remore?

Realizzare una buona pagina di atterraggio può letteralmente fare la differenza tra una campagna pubblicitaria di successo ed una che non funziona: in questo post vengono menzionati alcuni esempi di “revisione” di alcune pagine che hanno portato a cambi radicali dei risultati.

Volendo riassumere il processo, suona più o meno così:

  1. Analizzare il prodotto o la soluzione da promuovere;
  2. Elaborare i messaggi di vendita che più si pensa risuonino con il pubblico di riferimento;
  3. Puntare nella maniera più precisa possibile a quel pubblico;
  4. Condurlo su di una pagina realizzata ad hoc in cui agganciarlo;
  5. Tracciare e verificare i risultati;
  6. Sperimentare delle variazioni.

Quanto può costare il tutto? Il consiglio è di partire da un investimento di almeno 2.000 euro, modulando quelli successivi anche in base ai risultati ottenuti.

5. Scoprire i vantaggi del cloud

Per molti ormai è diventata un’esperienza quotidiana, ma parecchi ancora non si avvalgono di soluzioni cloud nel proprio lavorocloud

Il cloud, una risorsa sottovalutata da molti (Fonte immagine: https://goo.gl/K9UFfE)
Il cloud, una risorsa ancora sottovalutata (Fonte immagine: https://goo.gl/K9UFfE)

Sceglierle comporta parecchi vantaggine abbiamo scritto e basta girare un po’ in internet per trovare tante conferme.

Non è automatico che il cloud sia la soluzione migliore: ci sono dei se e dei ma da considerare, ma nella maggior parte dei casi e per molti servizi rappresenta la scelta più opportuna.

Non pensiamo solo a posta elettronica e scambio documenti: sono già disponibili software di contabilità interamente in cloud, come l’ottimo FattureInCloud (disclaimer: il link prevede una commissione di affiliazione), che abbiamo scelto anche noi (tra le altre cose, la startup che lo sta sviluppando ha realizzato un’importante exit con una realtà di spicco come TeamSystem, ma qui divaghiamo 😉 ).

Quanto costano le soluzioni in cloud? Qui la variabilità è troppa per essere precisi, anche se la maggior parte delle soluzioni viene proposta con un costo ricorrente, tipicamente su base mensile o annuale: soluzioni come Google Apps con casella di posta, gestione documenti e molto altro partono da circa 40 euro + IVA per persona all’anno. Sempre per rimanere negli esempi fatti FattureInCloud costa 120 euro + IVA all’anno.

L’elenco dei possibili regali per le nostre imprese potrebbe continuare ancora a lungo: CRM, Ecommerce multipiattaforma, integrazione di soluzioni Internet of Things e molto, molto altro… Ma qui non stiamo già più parlando di un regalino, bensì di vere e proprie dichiarazioni d’amore 😉

Scherzi a parte:

lo sappiamo, stare dietro all’innovazione non è facile: ci sono infatti servizi appositi che aiutano le imprese in questo compito, come il servizio Digital Refresh proposto da Digital Dictionary. Come funziona? Per capirlo basta giusto un minuto, lo abbiamo raccontato in una video presentazione):

Se vogliamo addentrarci in questi temi, visto che le feste sono davvero alle porte, potremmo trovare il tempo (ma soprattutto la voglia) di fare anche qualche buona lettura, per saperne un po’ di più anche noi.

Tra i tanti libri a disposizione, consigliamo (link in affiliazione):

web-marketing-no-grazieWeb Marketing? No grazie! Ho appena preso uno stagista

Alessandro Mazzù, consulente di web marketing, offre numerosi spunti, coinvolgendo anche diversi colleghi di spicco nelle riflessioni condivise in questo rapido ebook.

non-siamo-micaNon siamo mica la Coca-Cola, ma abbiamo una bella storia da raccontare. Usare il Corporate Storytelling senza essere una multinazionale

Andrea Bettini, in queste pagine che scorrono veloci, riporta dei casi concreti di storytelling di piccole aziende, per dare il senso di come l’abitudine a comunicare sia di valore per tutte le imprese.

inbound-marketingInbound marketing: le nuove regole dell’era digitale

Dei tre, a guardare il numero di pagine, è forse il più impegnativo, ma il testo di Jacopo Matteuzzi sa essere avvincente, non fosse altro per il numero di spunti alla portata anche delle piccole imprese che offre al lettore. Il sottotitolo la dice già lunga: è vero, nell’era digitale ci sono dei cambiamenti profondi di certe dinamiche, al punto che si può ritenere corretto parlare di nuove regole.

Che ne dite?

In fondo, anche impegnarsi in queste letture è un po’ fare un regalo alla propria impresa, no? 😉

Intanto, da tutto lo staff di Axura, buone feste e buon 2016!